- Oltre 40 realtà ed associazioni fanno pressione per una seconda audizione sul grave problema dei Laghi
a cura del Coordinamento delle Associazioni dei Castelli Romani
Albano (Rm) – In merito all’audizione del 3 giugno 2025 sulla situazione dei laghi e delle falde dei Colli Albani, precisiamo che tale convocazione non è stata promossa dai Comuni, come affermato in alcuni comunicati, bensì dalle oltre 40 associazioni ambientali dei Castelli Romani riunite nel Coordinamento Ambientalista.

Tramite la consigliera regionale Alessandra Zeppieri, hanno chiesto una seconda audizione nella quale possano essere coinvolti tutti i Comuni che incidono sulle nostre risorse idriche.
Ribadiamo qui di seguito le nostre principali osservazioni durante l’audizione in Regione:
- Fenomeno decennale
L’abbassamento dei laghi e delle falde si protrae da quasi 40 anni: le associazioni lo denunciarono già nel 1990 e il primo intervento ufficiale fu quello della Provincia di Roma – Ufficio Geologico nel 1998. Non si tratta di un fenomeno nuovo o esclusivamente climatico. - Cause accertate
Studi congiunti (Regione Lazio – Assessorato Ambiente e Protezione Civile, Autorità dei Bacini Regionali del Lazio, Autorità di Bacino del Fiume Tevere, Università Roma Tre – Dip. Scienze Geologiche, 2005) hanno individuato con rigore scientifico le cause profonde del fenomeno. - Consumi idrici in eccesso
Dal suddetto studio emerge che l’estrazione annua supera di almeno il 10 % la capacità di ricarica naturale delle falde, determinando un progressivo abbassamento dei livelli. - Domanda idrica sul territorio
La popolazione dei Castelli Romani, le attività economiche e industriali e i Comuni sull’idrostruttura dei Colli Albani attingono sia alle falde sotterranee sia a risorse lontane (ad es. Simbruini), aggravando la pressione idrica. - Piano di riduzione dei consumi
L’unica via percorribile è un piano integrato di riduzione dei prelievi (residenziale, agricolo, industriale, servizi) volto al taglio del 30 % del consumo idrico, accompagnato da campagne di buone pratiche. - Tutela del suolo
Serve paralizzare l’ulteriore consumo di suolo sui Colli Albani, aggiornando o inasprendo le normative esistenti e adottandone di nuove, più stringenti. - Controllo dei pozzi privati
Oltre ai prelievi gestiti da ACEA, insistono sulla falda decine di migliaia di pozzi privati (autorizzati e abusivi): è indispensabile censirli, controllarli e limitarne i consumi.
Abbiamo chiesto alla Regione Lazio di intervenire con soluzioni concrete, urgenti e condivise.
Inoltre vanno fermati immediatamente i progetti di immissione nei laghi di acqua depurata dai reflui urbani (“Gronde”): un’acqua ancora ricca di nutrienti e sostanze organiche/inquinanti che rischiano di alterare irreversibilmente l’equilibrio biochimico dei bacini e favorire fenomeni eutrofizzanti. Chiediamo l’annullamento di tutte le nuove captazioni dirette e indirette (es. condotta Sforza Cesarini–Ariccia, che raddoppierebbe la portata) e di opere come l’inceneritore di Gualtieri, che aggravano la pressione sulle falde con consumi annuali di centinaia di migliaia di mc l’anno.




