- Vi siete mai chiesti quali siano i componenti di una famiglia di api e come questi siano organizzati?
di Federica Motterle
Immaginate di togliere il coperchio di un’arnia (la casa delle api) e, senza disturbare, sbirciarne l’interno: troverete una sola regina (l’unica femmina in grado di riprodursi), circa 60 mila api operaie (femmine sterili) e, se siamo in primavera, anche qualche centinaio di fuchi (i maschi).

Ogni elemento ha un ruolo ben preciso. La regina è il punto di riferimento della famiglia: grazie alla sua attività riproduttiva e all’emissione di feromoni, le operaie comprendono le esigenze dell’alveare e svolgono ciascuna il proprio compito. Le operaie, infatti, si occupano di numerose attività in base all’età e ai bisogni del momento: possono essere spazzine, nutrici, ceraiole, becchine, magazziniere e bottinatrici.
Ai fuchi spetta il compito riproduttivo e, insieme ad alcune operaie, quello di ventilare l’arnia per mantenere la temperatura costante a 35-36°C, indispensabile per la sopravvivenza di uova e larve. Dopo aver fecondato la regina, i fuchi muoiono, oppure vengono cacciati dalla colonia prima dell’inverno.
Insomma, ci troviamo di fronte a un vero e proprio superorganismo che sa regolarsi e sostenersi in autonomia. È un caso, quello delle api, in cui la monarchia è estremamente funzionale. Perché?
Anche se la regina rappresenta il cuore della famiglia, non ha potere assoluto: è costantemente assistita e, in un certo senso, “supervisionata” dalle operaie. Se non è produttiva, è debole, non riesce ad accoppiarsi, oppure ritarda nel farlo, saranno proprio le operaie a stimolarla ad agire oppure ad allevare una nuova regina per sostituirla.
Dunque, si tratta di una monarchia molto particolare: dove la regina guida, ma non comanda. Un equilibrio sorprendente, in cui anche una monarca deve stare attenta a non perdere il trono: le api sanno bene che il potere va meritato ogni giorno, altrimenti, arrivederci regina!




