14 Dicembre 2025

Droga ai minorenni: l’allarme sociale e la sfida della prevenzione giovanile

  • Artena, Segni, Carpineto Romano, Valmontone e Montelanico: rete di spaccio ai giovani smantellata
  • Nove persone arrestate, sei finite in carcere e tre ai domiciliari. Ora la sfida è la prevenzione

di Mario Dal Monte


Colleferro (Roma), 2 settembre 2025 – La maxi-operazione dei Carabinieri che ha portato all’arresto di nove persone nei comuni di Artena, Segni, Carpineto Romano, Valmontone e Montelanico non è solo un colpo inferto a una rete di spaccio ben organizzata, ma anche un segnale forte su una realtà che coinvolge giovani e giovanissimi.

L’indagine, avviata nel 2023, ha svelato un sistema di distribuzione di hashish, marijuana e cocaina gestito attraverso i social e le chat: una “piazza virtuale” che raggiungeva direttamente i ragazzi, abbattendo ogni filtro.

L’inchiesta è partita da un sequestro a Carpineto ed ha portato a galla un sistema di distribuzione di droga hi-tech.Gli appuntamenti si fissavano via social e chat, spesso con linguaggio criptico. Ma i clienti non erano solo adulti: tra gli acquirenti c’erano anche studenti, tanto che in alcuni casi si sono registrate collette tra ragazzi per comprare insieme dosi di hashish o marijuana.

Se le manette segnano una vittoria investigativa, restano aperte le domande più urgenti: come proteggere i giovani da dinamiche così radicate e pervasive?

Secondo operatori sociali locali, la prevenzione passa da tre direttrici principali:

  1. Scuola – Istituti superiori e medie diventano luoghi cruciali per far maturare nei ragazzi consapevolezza dei rischi, non solo sanitari ma anche legali. Progetti di educazione alla legalità e al benessere dovrebbero essere resi sistematici e non episodici.
  2. Famiglia – Genitori spesso non colgono i segnali di disagio. Campagne di sensibilizzazione mirate possono fornire strumenti per riconoscere comportamenti a rischio e attivare un dialogo costruttivo.
  3. Territorio e associazionismo – Nei piccoli centri come quelli coinvolti, le alternative ricreative e culturali per i giovani sono poche. La promozione di spazi aggregativi sani, eventi sportivi e culturali, è la chiave per offrire modelli positivi e sottrarre terreno allo spaccio.

Il sindaco di Colleferro ha commentato: «Questa operazione dimostra l’efficacia delle forze dell’ordine, ma anche quanto il problema della droga sia vicino alle nostre famiglie. Non basta la repressione, dobbiamo lavorare come comunità sulla prevenzione».

Anche il primo cittadino di Artena ha espresso preoccupazione: «I nostri ragazzi vanno protetti e ascoltati. Serve più dialogo tra scuola, famiglie e istituzioni per intercettare chi rischia di cadere in certe trappole».

La Regione Lazio, dal canto suo, ha già in atto programmi di prevenzione e contrasto alle dipendenze, ma l’inchiesta di Colleferro mette in luce la necessità di interventi più capillari e continuativi, calibrati sulle nuove modalità di spaccio digitale.


Una sfida educativa e culturale

Il blitz delle forze dell’ordine ha colpito un gruppo ben organizzato, ma resta il problema più ampio: la presenza costante della droga nei luoghi di aggregazione giovanile.

Come sottolineano i Carabinieri della Compagnia di Colleferro, «La repressione è solo un lato della medaglia. È fondamentale che famiglie, scuole e comunità locali lavorino insieme per impedire che i ragazzi cadano nella rete dello spaccio».

L’operazione di ieri rappresenta dunque non solo un successo investigativo, ma anche un campanello d’allarme: nei piccoli centri dei Monti Lepini e della Valle del Sacco la sfida vera sarà dare ai giovani prospettive sane e sicure, lontane dal richiamo della droga.

La repressione colpisce l’emergenza, ma la prevenzione resta l’unica via per proteggere davvero le nuove generazioni.

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