14 Dicembre 2025

Ardea inaugura il primo sportello regionale per l’endometriosi

  • «L’apertura di questo sportello è un segnale concreto di attenzione verso una condizione troppo a lungo ignorata”, ha dichiarato il presidente del Gruppo Sociale 4.0, Massimo Catalucci
  • Ardea diventa un punto di riferimento regionale e un modello a cui altri Comuni potranno ispirarsi

di Luigi Alerti


Ardea (RM) 24 novembre 2025 – Venerdì 21 novembre, alle ore 16:00, presso la delegazione comunale di Tor San Lorenzo, è stato inaugurato il primo sportello pubblico gratuito della Regione Lazio dedicato all’endometriosi.

Un passo storico per la tutela della salute femminile, che segna l’avvio di un percorso concreto verso una rete socio-sanitaria regionale dedicata a questa patologia cronica e spesso invalidante.

Il nuovo sportello, gestito dal Gruppo Sociale Difesa Valori e Diritti 4.0, nasce con l’obiettivo di offrire accoglienza, ascolto e orientamento alle donne affette da endometriosi o che sospettano di esserlo. L’iniziativa si inserisce nel progetto nazionale di “In-Formazione”, avviato nel 2023 per sensibilizzare la cittadinanza su cos’è l’endometriosi, come riconoscerla e come affrontarla.

Gli sportelli saranno attivi nelle delegazioni comunali di Tor San Lorenzo (via Campo di Carne) e Montagnano (via San Berardo dei Marsi). A breve verranno resi pubblici i giorni e gli orari di apertura, insieme ai contatti utili. La responsabile del servizio è Antonella Palmieri, operatrice dei servizi sociali e volontaria del Gruppo Sociale 4.0.

All’inaugurazione erano presenti numerose autorità locali e nazionali, a testimonianza del forte sostegno istituzionale:

  • Maurizio Cremonini, Sindaco di Ardea, e l’Assessore ai Servizi alla Persona Francesca La Pietra;
  • Andrea De Priamo, Senatore e primo firmatario del Ddl 630/2023 sulla diagnosi e cura dell’endometriosi;
  • Marika Rotondi Consigliera regionale del Lazio, promotrice della commissione di studio regionale per la creazione di una rete socio-sanitaria dedicata;
  • Massimiliano Marziali, ginecologo-ostetrico e responsabile della divulgazione scientifica del progetto nazionale “In-Formativi”;
  • I consiglieri comunali Giovanni Luciani (Zagarolo) e Serena Dell’Erba (Lariano).
  • Hanno partecipato anche gli assessori comunali di Ardea Fulvio Bardi (SUAP), Stefano Ludovici (Servizi Anagrafici) e Alessandro Quartuccio (Lavori Pubblici). Tutti gli interventi hanno sottolineato l’importanza di questo presidio come primo punto di riferimento stabile e qualificato per le donne del Lazio.

«L’apertura di questo sportello è un segnale concreto di attenzione verso una condizione troppo a lungo ignorata – afferma il Dott. Massimo Catalucci un impegno condiviso con le istituzioni locali e nazionali, che oggi si traduce in un servizio reale e tangibile.”

Ardea diventa un punto di riferimento regionale e un modello a cui altri Comuni potranno ispirarsi: un luogo dove accoglienza, ascolto, informazione e orientamento si uniscono per costruire un futuro migliore per tutte le donne che convivono con l’endometriosi»

L’Endometriosi è una sfida sanitaria e sociale. L’endometriosi è una malattia cronica che colpisce milioni di donne e può compromettere la salute fisica, la vita emotiva, relazionale e lavorativa. Non esiste una cura definitiva: le terapie sono personalizzate e mirate a ridurre i sintomi, migliorando la qualità della vita.

In questo contesto, uno sportello dedicato diventa un supporto concreto:

  • Accoglienza e ascolto personalizzati;
  • Orientamento verso centri specializzati per diagnosi e terapia;
  • Sostegno socio-sanitario continuo e gratuito. Verso una rete regionale dedicata

Il progetto di Ardea è solo il primo passo. La Regione Lazio è pronta a istituire una rete socio-sanitaria pubblica per l’endometriosi, basata sui PDTA (Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali).

Si tratterà del primo modello nazionale di assistenza strutturata per questa patologia.

Il Lazio infatti è la prima Regione ad attuare un tale progetto sociosanitario.

In questo modo vuole favorire la diffusione delle conoscenze medico-scientifiche e anche la creazione di percorsi formativi specifici dedicati a medici e infermieri.

Rispondiamo in tal modo alla richiesta delle donne che patiscono questa ‘subdola’ malattia, dando loro l’accesso a trattamenti che potrebbero mitigarne sintomatologia e conseguenze” ha concluso Rotondi.

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