- Prima dell’Università degli Studi di Roma Torvergata e dell’Università degli Studi Roma Tre c’era l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
di Sandro Bologna
Roma 28 novembre 2025 – “La Sapienza” con la omonima Città Universitaria, ha accolto alcuni degli aderenti a Velletri 2030 che hanno conseguito il diploma di laurea e hanno trascorso i migliori anni della loro giovinezza.
ll primo Ateneo di Roma ha da poco festeggiato i 90 anni dalla fondazione. Le vicende progettuali (1932-1935) sono note. Con questa singolare proposta progettuale Marcello Piacentini, incaricato del piano generale oltre che del Rettorato, volle definire la composizione raccolta in forma di grande “basilica”, un complesso di edifici destinati alle facoltà umanistiche e scientifiche disposti intorno ad un viale e ad una piazza centrale.

Quanti ricordi di quel viale e di quella piazza! Quante battaglie sociali!
Tra gli anni Sessanta e Ottanta la Città Universitaria ha visto gli edifici ampliarsi, il moltiplicarsi delle aule all’esterno con costruzioni spesso dozzinali quando non insidiosamente transitorie, altrove si è proceduto con edifici stabili più o meno ingombranti ma dal valore edilizio decisamente scarso. Sicuramente qualcuno dei lettori – frequentatori della Città Universitaria ricorderà cosa avvenne in quel periodo, dentro e fuori la Città Universitaria.
La Città Universitaria “La Sapienza” è stata sempre oggetto di interesse da parte di studiosi, architetti, artisti, oltre che un campo di battaglie sociali, che hanno portato alla società attuale. In particolare la facoltà di Lettere e Filosofia. La Città Universitaria rimane un microcosmo fatto di edifici maggiori e minori, di zone centrali e periferiche, di spazialità interne ed esterne, a significare, soprattutto attraverso l’architettura prima ancora che con l’arte, l’integrazione dei saperi umanistici e scientifici.

Purtroppo, oggi sono le sedi scientifiche degli anni Trenta a soffrire maggiormente di un sovraccarico funzionale oltre a risentire dell’impatto generale di scale antincendio, di impianti a vista, e di tante auto in sosta, aspetti che contribuiscono a delineare puntualmente una controestetica parallela estesa anche agli interni.
Un duro colpo per l’Edificio “Marconi” del Dipartimento di Fisica, da dove presero vita tanti movimenti studenteschi. Alcune immagini significative sono state pubblicate recentemente dal giornale digitale Architettura.
In occasione dei 90 anni della Città Universitaria, inaugurata nel 1935, la Sapienza ha celebrato il ripristino dello Scalone monumentale e il riassetto della Piazza della Minerva dominati dal Palazzo del Rettorato e dalla Statua della Minerva di Arturo Martini, con una cerimonia che si è tenuta il 16 settembre 2025. All’epoca della nascita Mario Sironi realizzò il grande affresco “L’Italia tra le arti e le scienze” nell’Aula Magna del Rettorato. Quanti ricordi!
Lo spazio, cuore monumentale della Città Universitaria, è forte di un equilibrio che evoca il concetto di un sapere condiviso e da condividere: lo Scalone che introduce al Rettorato e alla sua Aula Magna, posto in allineamento con i “propilei monumentali” che segnano l’ingresso da piazzale Aldo Moro (un tempo piazzale delle Scienze), crea un asse visivo e fisico scenografico e simbolico, un ponte tra l’esterno e l’interno, un’apertura tra la città e il sapere.
L’ingresso principale della Città Universitaria di Roma, progettato da Arnaldo Foschini segna l’inizio del percorso assiale del complesso architettonico. Questo ingresso monumentale, ispirato all’architettura classica, simboleggia l’importanza dell’università e dà accesso a un grande viale alberato.
In occasione dei novant’anni della Città Universitaria la cerimonia ha riaffermato la centralità dell’Università come luogo di incontro e di dialogo, proprio come l’agorà della tradizione classica, spazio di vita e di democrazia. In un tempo segnato da tensioni e conflitti che attraversano il mondo, siamo chiamati a ribadire con forza che la cultura e l’educazione sono strumenti di pace e solidarietà.
Ci interessa una scuola realmente capace di educare, fatta di uomini e non di circolari; una scuola attenta al dramma dell’umanità e non persa nel suo mondo burocratico; una scuola in cui ci sia spazio e libertà perché ognuno costruisca un pezzo della sua storia.
Buona scuola a tutti.




