- Presentata IV Edizione osservatorio sul sistema di tutela per gli anziani
di Ufficio Stampa
Roma 5 dicembre 2025 – In un’Italia che invecchia più velocemente di quanto riesca a curarsi, il diritto alla salute smette di essere un principio astratto e diventa una linea del fronte: quella che decide chi potrà curarsi e chi resterà fuori.

È partendo da questa riflessione che si è svolto, presso il Roma NH Hotel Villa Carpegna, l’incontro dal titolo ‘Sanità, un diritto per tutti. Osservatorio di tutela della salute per gli anziani‘, momento di confronto organizzato da Cna Pensionati con l’obiettivo di accendere i riflettori sulla condizione sanitaria della popolazione over 65 e sulle sfide che il sistema socio-assistenziale italiano è chiamato ad affrontare in una fase di profonda trasformazione demografica.
Al centro dei lavori l’urgenza di garantire un accesso equo ai servizi sanitari, ridurre le disparità territoriali e costruire modelli di cura in grado di rispondere alla crescente domanda legata all’invecchiamento della popolazione.
L’Osservatorio presentato oggi, giunto alla sua quarta edizione, si propone infatti come strumento permanente di monitoraggio e tutela, con l’obiettivo di analizzare la domanda di servizi e bisogni di salute reali della comunità dei pensionati Cna, esaminare il livello e le caratteristiche dei servizi attualmente offerti definendone il grado di soddisfazione e rafforzare le politiche associative svolte al riguardo, anche con una proiezione in termini di proposte.

‘Questa volta – ha spiegato all’agenzia Dire il segretario Cna Pensionati, Mario Pagani – abbiamo provato a indagare l’accesso ai servizi del Sistema sanitario nazionale. E le cose che emergono, purtroppo, sono da un lato le difficoltà oggettive che portano alla necessità di semplificare questi strumenti, dall’altro la consapevolezza che in questo processo di forte digitalizzazione nell’accesso ai servizi rischiano di essere esclusi molti degli anziani che non hanno familiarità con gli strumenti digitali.
Da parte nostra l’impegno è cercare di garantire formazione per l’alfabetizzazione digitale dei pensionati, ma anche insistere affinché gli strumenti siano effettivamente accessibili il più semplicemente possibile.
Da ultimo un richiamo a tutte le amministrazioni affinché non siano solo percorsi digitali a garantire l’accesso ai servizi, ma rimanga l’aspetto del contatto umano, importante per due motivi: favorire chi non ce la fa e, infine, mantenere un legame tra le persone, che rappresenta il fondamento di tutte le comunità’.

Numerosi i risultati emersi dall’indagine realizzata dal Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne: su un campione di 5.553 intervistati, il 48,5% ha meno di 70 anni, il 38,8% tra 71 e 80 anni, il 56,8% vive in coppia, il 24,2% vive da solo, mentre poco meno del 20% presenta disabilità, proprie o di altri.
Analizzando il tema dell’accesso al medico di medicina generale, l’indagine mette in luce che i tempi di attesa rientrano nei 30 minuti nel 79,2% dei casi. Le percentuali migliorano in Emilia-Romagna, Toscana e Marche, ma al sud, nelle aree rurali e in periferia i tempi sono più elevati.
Se si parla di accesso ai servizi specialistici e Pronto soccorso, il 31% rivela di aver rinunciato una o più volte a causa di difficoltà a spostarsi, lamentando distanza e carenza nei collegamenti. Buona la prossimità dei Pronto soccorso, meno nelle aree rurali e montane.
Se, invece, si prendono in esame i tempi di attesa, il 50,1% ha risposto di essere disposto a pagare per anticipare la prestazione.
Sul fronte della conoscenza dei servizi territoriali, mentre è limitata quella delle Case di comunità, gli intervistati dichiarano di usufruire dei servizi offerti dalle farmacie. In generale, però, esiste una limitata conoscenza dei servizi disponibili.
Capitolo ‘utilizzo dei servizi digitali‘: il 36,6% non li usa, il 9,8% non sa cosa siano, mentre solo il 4% fa ricorso alle televisite. Per le prenotazioni si preferiscono i canali tradizionali. La digitalizzazione è in crescita ma non è ancora radicata.
Il 52,6% ha una buona familiarità con le competenze e questo almeno fino ai 70 anni, poi la percentuale scende. Lo Spid mette un po’ tutti d’accordo: si rileva una criticità nell’utilizzo di questo strumento.
Nel corso della giornata è stato evidenziato come le fragilità croniche, la non autosufficienza e il bisogno di assistenza continuativa stiano spostando il baricentro della sanità verso un paradigma più integrato, dove medicina territoriale, prevenzione, teleassistenza e sostegno familiare diventano elementi imprescindibili.

Tra le priorità emerse: semplificare i percorsi di accesso ai servizi, potenziare l’assistenza territoriale, valorizzare i presidi di prossimità, monitorare costantemente l’efficacia dei nuovi modelli, integrare canali digitali e tradizionali e promuovere le attività formative.
L’evento ha inoltre ribadito la necessità di considerare gli anziani non come soggetti passivi del sistema ma come cittadini titolari di diritti, portatori di competenze e parte attiva nella definizione delle politiche pubbliche.
Solo attraverso un impegno condiviso tra istituzioni, professionisti della salute, terzo settore e famiglie, è stato sottolineato, sarà possibile costruire un modello sanitario inclusivo, sostenibile e realmente universale.
‘La presentazione di questo Osservatorio – ha affermato il presidente Cna Pensionati, Lorenzo Marchetti – è il capitolo finale di un processo iniziato anni fa che serve per monitorare lo stato di salute delle strutture pubbliche e private e lo stato dell’assistenza sanitaria in Italia. Nella sanità abbiamo problemi enormi e per affrontarli bisogna conoscerli a fondo. Questi Osservatori servono proprio a fare una mappatura di tutte le problematiche, sia dal punto di vista sociale che territoriale’.
‘Lo stato di salute degli anziani in Italia è precario – ha proseguito – perché la sanità pubblica non riesce a soddisfare tutte le esigenze, la popolazione diventa sempre più anziana. Mediamente, in Italia abbiamo un’aspettativa di vita di oltre 84 anni, una delle più alte in Europa e nel mondo. Questa, da un lato, è una bellissima cosa ma, dall’altro, l’invecchiamento si accompagna spesso ad amici poco simpatici, come patologie varie, disagi, non solo fisici ma anche sociali.
Il problema dei problemi è cercare di interagire al massimo con gli enti pubblici, essendo propositivi al massimo e critici per cercare di dare un supporto al decisore e per vedere di migliorare tutto il sistema’.




