- “Quando la Politica, come la volpe non arriva…all’uva dice che è acerba!”, la chiosa ed un segno di stizza e malinconia che Gino Rossetti ha manifestato sui social dopo la notizia che Rocca di Papa non è tra gli 11 Comuni Città del vino 2025, indicati ieri dall’Associazione Nazionale del Vino
- Riportiamo integralmente la nota, in quanto riteniamo giusto e doveroso far conoscere meglio i fatti
di Gino Rossetti

Rocca di Papa (Rm) – Non posso nascondere l’amarezza che ho provato oggi, credo anche molti di voi, nell’apprendere dai giornali online e sui social che oggi nella Capitale del Mondo si celebravano i festeggiamenti di undici Comuni dei Castelli Romani designati come “Città del vino 2025”
dall’Associazione Nazionale Città del Vino, un vero e proprio volano turistico e commerciale che vedrà festeggiamenti per tutto l’anno in queste undici unità territoriali dove tradizione e ricordi rimangono vivi e rappresentano la promozione storico-culturale dei luoghi.
Mi sono sentito subito avvolgere dalla malinconia, dei ricordi di quando bambino percorrevano quella zona fertile denominata “Vigne” fino a quando la “mano crudele” dell’uomo diede il via alle speculazioni edilizie e al cemento selvaggio e annientarono anno dopo anno quello splendido territorio cancellandone ogni traccia se non qua e là qualche piccola pergola o qualche grappolo d’uva delle tante case frutto dello sradicamento di vigne secolari sostituendo pali in legno con pacificazioni in cemento.

Ormai di quei bei tempi, solo qualche foto e poesia (che mi pregio di pubblicare integralmente) ne testimoniano i ricordi, per questo ritengo giusto pubblicare affinché rimanga impressa nella memoria mia e di tutti quanti voi, visto che quelle zone ormai fuori controllo, l’amministrazione pro-tempore consente senza alcun controllo di tornare nuovamente a speculare dal punto di vista edilizio ai soliti personaggi ormai “noti!!!”

Fregandosene altamente di portare avanti il piano di risanamento, riqualificazione e perimetrazione delle case costruite da cittadini roccheggiani per necessità, visto che certe amministrazioni non si sono mai preoccupate di garantire il diritto di avere una casa a chi non aveva possibilità di averla, assistiamo all’ennesimo flop politico perché guardando tra i Comuni interessati all’iniziativa promozionale forse non è un caso ma ancora una volta spicca nel coordinamento la vicina cittadina di Nemi.
Dov’è finita la promozione territoriale del vino roccheggiano considerato che per fortuna c’è ancora chi produce e anche bene quel prezioso liquido amato da tutti gli ltaliani?
Spero come per la storia dei chioschi non abbia prevalsa anche in questa circostanza la Logica a mio avviso illogica del “SE TU MI IO POI TI…” perché si è penalizzato non solo un prodotto locale ma impedito di fatto la promozione del nostro territorio!!!




