- Tre Arresti e un Sistema Criminale Svelato: una complessa operazione condotta dagli agenti del Commissariato di Anzio-Nettuno ha portato alla luce un’organizzazione criminale dedita alla produzione e vendita di armi modificate e al traffico di droga, con ramificazioni nel litorale romano
di Mario Dal Monte
Anzio, 2 maggio 2025 – L’indagine, culminata con l’arresto di tre individui, ha smantellato un laboratorio “fai da te” e ha permesso di sequestrare armi da fuoco, centinaia di dosi di stupefacenti e migliaia di euro in contanti, gettando luce su un sistema criminale ben strutturato che operava tra Velletri e Roma.

La Scoperta del Laboratorio Clandestino
Tutto ha avuto inizio con un input investigativo che ha condotto gli agenti a Velletri, presso l’abitazione di un 62enne, descritto come un “artigiano” delle armi clandestine. Nella sua officina domestica, l’uomo modificava pistole e altre armi da fuoco, rendendole operative e pronte a fare fuoco.
Le armi, secondo quanto emerso, erano destinate a pusher attivi nella periferia del litorale romano, vendute a prezzi elevati per alimentare il mercato nero legato al traffico di droga. Durante la perquisizione, gli agenti hanno sequestrato pistole, munizioni e altre armi modificate, confermando il ruolo centrale del 62enne nella filiera criminale.
Le indagini non si sono fermate al laboratorio. Seguendo le tracce, gli investigatori hanno intercettato un 20enne romano sulla Nettunense, a bordo della sua auto. Il giovane, fermato dopo un breve inseguimento, aveva con sé tre involucri di crack e 550 euro in contanti, oltre a una pistola scacciacani nascosta tra i sedili.
La perquisizione nel suo appartamento ha rivelato un quadro ancora più inquietante: tra le lenzuola è stata trovata una seconda pistola, modificata e silenziata, insieme a oltre 300 dosi di cocaina e marijuana pronte per la vendita. Un dettaglio significativo è emerso dal ritrovamento di un “dizionario dello spaccio”, un registro artigianale contenente 5.000 euro in banconote e una documentazione dettagliata del giro d’affari della droga, con nomi di clienti e transazioni.
L’ultimo tassello dell’operazione è scattato all’alba di oggi, 2 maggio, quando gli agenti hanno arrestato un terzo complice, un 26enne romano, nel suo appartamento nella capitale. Qui sono stati sequestrati altri 200 grammi di cocaina e hashish, 3.000 euro in contanti e tre quaderni che riportavano i nomi dei clienti e dei soci in affari, tra cui spiccava quello del 20enne arrestato poche ore prima.
Questo elemento ha permesso alla polizia di collegare i tre uomini, chiudendo il cerchio su una rete criminale che operava con un’organizzazione precisa e una contabilità impeccabile.
L’operazione di Anzio-Nettuno si inserisce in un contesto criminale più ampio, che negli ultimi anni ha visto il litorale romano al centro di numerose indagini per traffico di droga, armi e infiltrazioni mafiose.
Già nel 2022, un’importante operazione antimafia aveva portato all’arresto di 65 persone legate alla ‘ndrangheta, con accuse che spaziavano dal narcotraffico internazionale alla gestione illecita di rifiuti e infiltrazioni nelle amministrazioni comunali di Anzio e Nettuno.
Più recentemente, nel gennaio 2025, un’altra indagine aveva smantellato un’organizzazione criminale con 15 arresti, responsabile di spaccio, traffico internazionale di droga e atti di violenza come incendi e sparatorie per il controllo del territorio.
Questo ultimo caso evidenzia un fenomeno preoccupante: la crescente sinergia tra traffico di stupefacenti e produzione di armi clandestine. La disponibilità di armi modificate, facilmente accessibili a pusher e piccoli criminali, aumenta il livello di violenza nelle piazze di spaccio, come dimostrato dagli episodi di conflitto armato registrati negli ultimi anni.
Inoltre, l’uso di registri dettagliati, come il “dizionario dello spaccio”, suggerisce un’organizzazione che opera con metodi quasi imprenditoriali, dove il profitto e il controllo del territorio sono le priorità assolute.
Un elemento che emerge con forza da questa vicenda è la resilienza delle reti criminali nel litorale romano. Nonostante le numerose operazioni di polizia, i gruppi criminali continuano a rigenerarsi, sfruttando la domanda di droga e la facilità di accesso al mercato nero delle arm
La presenza di laboratori clandestini, come quello scoperto a Velletri, dimostra una capacità di adattamento e autosufficienza che rende queste organizzazioni difficili da debellare. Inoltre, la connessione tra i tre arrestati – un artigiano esperto e due giovani spacciatori – evidenzia una collaborazione intergenerazionale che permette di combinare esperienza e nuove leve per mantenere attivo il sistema criminale.
Se da un lato l’operazione della polizia rappresenta un successo investigativo, dall’altro solleva interrogativi sulla capacità delle istituzioni di prevenire la proliferazione di queste attività illecite.
La facilità con cui un laboratorio clandestino può operare in un contesto residenziale, come quello di Velletri, suggerisce una carenza di controllo del territorio e di monitoraggio delle attività sospette. Inoltre, il coinvolgimento di giovani, come il 20enne e il 26enne arrestati, sottolinea l’urgenza di interventi sociali e educativi per contrastare il reclutamento nelle fila della criminalità organizzata.
L’operazione di Anzio-Nettuno è un passo avanti nella lotta al crimine, ma il quadro generale rimane complesso. Per ogni rete smantellata, altre potrebbero emergere, alimentate da un sistema economico che trae profitto dalla domanda di droga e dalla violenza che ne deriva. La sfida per le forze dell’ordine e le istituzioni sarà quella di non limitarsi a interventi repressivi, ma di sviluppare strategie a lungo termine per spezzare il ciclo della criminalità nel litorale romano.




