14 Dicembre 2025

Omicidio a Latina: Antonietta Rocco uccisa dalla sua ex badante

  • Antonietta Rocco, 63 anni, è stata trovata senza vita nel suo letto, con una profonda ferita alla gola
  • Un delitto che interroga la nostra coscienza (leggere il commento)

di Mario Dal Monte


Latina, quartiere Campo Boario 20 settembre 2025 – Un efferato omicidio ha sconvolto il capoluogo pontino. Il delitto è avvenuto nel tardo pomeriggio di giovedì 18 settembre, ma il corpo è stato scoperto la mattina seguente dalla sua attuale badante, che ha immediatamente allertato le forze dell’ordine.

La polizia ha avviato immediatamente le indagini, coordinate dalla PM Martina Taglione. Gli agenti della Squadra Mobile hanno ascoltato testimoni e svolto accertamenti tecnici durante la notte, raccogliendo gravi indizi di colpevolezza contro una donna italiana di circa 50 anni, ex badante della vittima.

Via Muzio Scevola, a Latina, dove è avvenuto il delitto

La donna, incensurata e residente nei pressi dell’abitazione di Antonietta, è stata fermata nella mattinata di sabato 20 settembre. Durante la perquisizione, sono stati trovati in suo possesso alcuni oggetti appartenenti alla vittima, sebbene privi di valore economico.

Secondo le prime ricostruzioni, l’omicidio sarebbe avvenuto intorno alle 18. L’arma del delitto – probabilmente un machete o un coltello molto affilato – non è stata ancora ritrovata, ma la profondità della ferita suggerisce un’aggressione violenta e mirata.

Commento

Un delitto che interroga la nostra coscienza civile
L’omicidio di Antonietta Rocco non è solo un fatto di cronaca nera: è uno specchio inquietante della fragilità sociale che circonda gli anziani, spesso soli, vulnerabili e affidati a mani che dovrebbero proteggerli. Quando il legame di fiducia tra assistente e assistito si spezza in modo così brutale, non possiamo limitarci all’indignazione. Dobbiamo chiederci: quali meccanismi di controllo e prevenzione mancano?
In una società che invecchia rapidamente, il ruolo delle badanti è cruciale.

Ma troppo spesso la selezione avviene in modo informale, senza garanzie né verifiche. Il caso di Latina ci ricorda che la solitudine può diventare un terreno fertile per l’abuso, e che la sicurezza degli anziani non può essere lasciata al caso.
Non si tratta solo di giustizia penale, ma di giustizia sociale. Serve una rete più solida, fatta di controlli, formazione, ascolto e comunità. Perché dietro ogni tragedia come questa, c’è una domanda che ci riguarda tutti: quanto vale davvero la vita di chi non ha più voce?

Il procuratore aggiunto Luigia Spinelli ha definito l’omicidio crudele ed efferato, indicativo di una particolare rabbia. L’appartamento era a soqquadro, e la vittima – che aveva problemi di deambulazione e vista – non avrebbe potuto opporre resistenza.

 Dopo una notte di verifiche e interrogatori, prima dell’alba di ieri è stata trasferita in carcere in stato di fermo, perché indiziata dell’omicidio commesso con l’aggravante della minorata difesa, alla luce della disabilità della vittima, quasi completamente cieca e non autosufficiente.

Il movente resta incerto. Si ipotizzano screzi personali tra la vittima e l’ex badante, ma non si esclude neppure una rapina finita male. Gli investigatori stanno cercando di ricostruire il rapporto tra le due donne e verificare se vi fossero tensioni pregresse.

Pertanto l’autopsia, affidata alla dottoressa Maria Cristina Setacci, sarà cruciale per chiarire le cause esatte della morte e l’orario preciso del decesso.

Questo tragico episodio ha riacceso il dibattito sulla sicurezza degli anziani e sulla selezione del personale di assistenza. La comunità di Latina resta in attesa di ulteriori sviluppi, mentre le autorità continuano a lavorare per fare piena luce su un delitto che ha lasciato dietro di sé dolore e sgomento.

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