L’Italia, paese di amore per lo sport, non è forse vero? In Italia tutti siamo un po’ giocatori, un po’ allenatori..e poi? E poi In Europa siamo i 17esimi per spesa pubblica. Lo stato stanzia circa 85 euro l’anno pubblici per abitante ma il costo medio annuale da affrontare per praticare uno sport supera le 500 euro; il resto, ovviamente, è a carico delle famiglie che affrontano non solo i costi delle iscrizioni, ma anche le visite mediche, le trasferte, l’attrezzatura e la fatica di accompagnare ogni giorno, dopo la scuola, i loro figli all’impianto sportivo più vicino.
Questo, per i ragazzi più fortunati. Ma se un futuro campione non avesse più una famiglia, se fosse ad esempio uno dei più di 20.000 minori non accompagnati che arrivano in italia? O se la famiglia fosse impossibilitata a sostenere i costi o l’impegno dello sport dopo la scuola?
Non c’è da stupirsi allora dello scenario generale e quotidiano di abbandono dello sport da parte degli adolescenti, soprattutto dovuto al carico di impegni, che unito alla spesa a carico delle famiglie, fa chiudere le porte delle palestre.

Come Palestra Popolare da anni cerchiamo di garantire uno sport di qualità elevata a prezzi contenuti, ma certamente non siamo sufficienti da soli a riportare l’Italia- che comunque è una delle prime 8 potenze economiche mondiali- oltre l’ottavo posto del medagliere olimpico, ormai lontano più di 20 anni (sesti solo ad Atlanta 1996, dopo Los Angeles 1984)
Mentre Abbiamo visto in Polonia un modello diverso; in trasferta con una delegazione di pugili di livello nazionale : Spaziani, Quoiani, Barone, Varamo e il concittadino Filippo Tondinelli per un Training camp a Szczecin, presso la scuola di pugilato di Marcin Stankiewicz , insegnante di educazione fisica e tecnico di pugilato.
Qui ci si allena la mattina, si studia e si torna ad allenarsi la sera, 15 ore a settimana (a fronte delle 2 ore italiane, anche qui fra le più basse in Europa), e ci si allena con i campioni: ad accoglierci due olimpionici di 91 e 81 kg e la neo campionessa mondiale Wiktoria Rogalinska, che ha vinto il titolo mondiale in Brasile eliminando anche la nostra Charabi.
I ragazzi il primo anno praticano tre diverse discipline, per poi andarne a scegliere una negli anni successivi, a completare il monte ore. E qui, la scuola si occupa di tutto, dalle attrezzature alla formazione.
I Ragazzi vedono, imparano, prendono esempio: arrivano a scuola, e non devono pensare ad altro che ad impegnarsi.
Certamente per lo stato è un impegno ed un investimento; ma è ormai assodato che un adolescente che si allena con costanza è probabilmente un adolescente sano non solo fisicamente, ma anche psicologicamente e socialmente; e allora se questo è riconosciuto, purché non si investe veramente in uno sport alla portata di tutti?
Certamente è una questione di priorità; ma a cosa stiamo dando priorità nelle scuole?




