La consigliera regionale Alessandra Zeppieri (gruppo Polo Progressista) torna a sollecitare la Regione in merito al tema dell’acqua pubblica e le aspettative di cittadini e comitati
a cura della Redazione
Roma (Rm) – Nel Lazio, nonostante un consumo di litri di acqua a persona sotto la media, c’è ancora un deficit depurativo consistente e un enorme problema di dispersione idrica negli acquedotti colabrodo, a Roma e ancor più a Frosinone e Latina; se non si aggredisce questo macroscopico deficit infrastrutturale è inutile immaginare di emungere ulteriore acqua dal sottosuolo o svuotare laghi o fiumi, peraltro nell’era dei mutamenti climatici con, davanti a noi, tante stagioni di siccità che arriveranno.


È per questo che si chiede ai gestori del servizio idrico di porre il risanamento degli acquedotti al centro delle azioni, così come viene chiesto al governo nazionale di destinare una parte dei fondi del PNRR proprio alle tubature colabrodo.
«Nell’immobilismo totale a cui questa Regione ci sta condannando, rischiamo di sottovalutare con sempre maggiore gravità i reali problemi della cittadinanza. Tra questi quella che riguarda la gestione dell’acqua pubblica e in particolare della provincia di Viterbo e dell’acquedotto del Peschiera» dichiara la Consigliera regionale del Polo Progressista Alessandra Zeppieri.

«Abbiamo chiesto ormai quasi sei mesi fa un’audizione che potesse coinvolgere le associazioni del territorio, da anni impegnate nell’attuazione reale del referendum dell’acqua pubblica del 2011 e della legge regionale 5 del 2014 che “si prefigge l’obiettivo di favorire le condizioni per la definizione e lo sviluppo di un governo pubblico e partecipativo dell’intero ciclo integrato dell’acqua, in grado di garantirne un uso sostenibile e solidale”. Eppure ad oggi, nonostante il lavoro incessante delle associazioni va avanti, la Regione non è ancora stata in grado di dare una risposta e di audirle».
«In giornata abbiamo inviato un sollecito per chiedere finalmente risposte e soprattutto – conclude Zeppieri – che si possano riprendere rapidamente i lavori in Consiglio regionale, perché su un tema così importante come l’acqua “Bene Comune” non si può più far cadere nel vuoto ogni appello e ogni richiesta».




