La donna era in fuga da alcune settimane, dopo essere evasa dal reparto di psichiatria dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina, dove si trovava in stato di arresto
di Redazione
Roma (Rm) – Ufficialmente ricercata perché fuggita dal reparto psichiatrico del Santa Maria Goretti dove era stata trasportata.
I Carabinieri di Roma, durante un normale servizio di controllo del territorio, ieri pomeriggio (mercoledì) l’hanno individuata e arrestata. La donna è stata fermata mentre vagava senza documenti per le vie della Capitale. La donna, Aurelia Porcelli, di 38 anni lo scorso 22 settembre aveva accoltellato il padre, Guido Porcelli, di 67 nell’abitazione in cui vivevano insieme, non lontano dal centro di Latina.

Il genitore era stato trasportato d’urgenza all’ospedale Santa Maria Goretti, dove è morto sabato scorso dopo aver trascorso oltre un mese nel reparto di Rianimazione del nosocomio pontino, in agonia.
La stessa struttura dove era stata trasferita anche la figlia, agli arresti nel reparto di Psichiatria dato il suo stato mentale, dal quale tuttavia era riuscita a fuggire, facendo perdere le proprie tracce.
Fino alla giornata di mercoledì, quando è stata rintracciata e arrestata nella città di Roma e trasferita nel carcere femminile di Rebibbia.
La donna era stata interrogata dal magistrato prima che evadesse dal nosocomio civile di Latina. La 38enne, assistita dall’avvocato Daniele Giordano, ha risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Mara Mattioli.

Ora che Aurelia Porcelli è stata arrestata, si apre la strada per il proseguimento del procedimento giudiziario. Le autorità dovranno fare luce sulle circostanze dell’aggressione e sulla fuga dal reparto psichiatrico.
Per lei, al netto dei gravi disagi psichici, muterà, almeno nelle fasi d’indagine il capo d’imputazione: da tentato omicidio a omicidio volontario aggravato dal vincolo di parentela con la vittima.




