- Nel pomeriggio di oggi giovedì 23 ottobre 2025, la città di Velletri ha vissuto un momento di profonda commozione e memoria storica
- Le spoglie di Dante Di Tullio, giovane soldato veliterno morto durante la Seconda Guerra Mondiale, sono finalmente tornate nella sua terra natale dopo 81 anni di attesa
di Milo De Filippis
Velletri 23 ottobre 2025 – La cerimonia funebre si è tenuta presso la Cattedrale di San Clemente, alla presenza di autorità civili e militari, familiari, cittadini e rappresentanti delle istituzioni.

Il Sindaco Ascanio Cascella, accompagnato dal gonfalone della città, ha reso omaggio al concittadino caduto, affiancato dalla vicesindaca Chiara Ercoli, dal Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Velletri, e da Fabio Taddei, storico locale e delegato dai familiari per il lungo iter documentale che ha permesso il rimpatrio.

Durante l’omelia, Don Teodoro Beccia ha pronunciato parole toccanti: “Riconsegniamo questo piccolo chicco di grano alla terra dove è nato”, sottolineando il valore simbolico del ritorno di Dante, non più solo soldato, ma simbolo di una generazione sacrificata.
Dante Di Tullio nacque a Velletri il 3 settembre 1921, figlio di Irene Argenti e Giuseppe Di Tullio. Dopo il congedo nel giugno 1941, fu richiamato alle armi e partì da Bari il 15 ottobre 1941 per Durazzo, in Albania. Aggregato al 26° Battaglione Mitraglieri, fu successivamente catturato e internato nel campo di prigionia tedesco n. 344 di Lamsdorf, oggi Lambinowice, in Polonia, dove morì il 10 aprile 1944.



Il giorno precedente alla cerimonia, il Sindaco Cascella ha partecipato anche alla commemorazione presso il Mausoleo delle Fosse Ardeatine, rendendo omaggio a Dante Di Tullio e agli altri dieci militari italiani le cui salme sono state restituite alle famiglie e alle comunità.



Il ritorno di Dante rappresenta non solo un atto di giustizia storica, ma anche un gesto di riconoscenza collettiva verso chi ha sacrificato la propria giovinezza per la patria.
Velletri lo accoglie ora come figlio ritrovato, testimone silenzioso di una memoria che attraversa le generazioni.
Il Discorso di Fabio Taddei
Il ritorno dalla guerra dei resti del soldato Dante Di Tullio

Quella del soldato Dante Di Tullio è la toccante storia di un giovane veliterno costretto dall’allora dittatura fascista a partire per la guerra a soli 20 anni, senza più ritorno.
Dal suo foglio matricolare, risulta che Dante Di Tullio, figlio di Irene Argenti e Giuseppe Di Tullio, nasce a Velletri il 03-09-1921 nella casa in contrada Piazza Di Mario, soldato di leva della classe 1921 viene congedato il 30-06-1941.
Dopo meno di 4 mesi è richiamato alle armi ed imbarcato da Bari il 15-10-1941 con destinazione Durazzo (Albania), allora territorio italiano dove arriva il giorno dopo e viene aggregato al 26° Battaglione Mitraglieri.
Trasferito poi sul fronte russo con lo C.S.I.R. (Corpo di Spedizione Italiano in Russia), partecipa dal 10-07-1942 all’11-12-1942 ad operazioni di guerra con il Comando della 4° Compagnia lanciafiamme.
In seguito all’armistizio dell’08-09-1943, l’Italia non era più alleata della Germania nazista ed i soldati del Regio Esercito italiano che rifiutarono di continuare la guerra a fianco dei tedeschi con la nascita della Repubblica Sociale Italiana con capitale Salò, sul Lago di Garda, dai tedeschi, non vennero considerati prigionieri di guerra, tutelati dalle convenzioni internazionali e della C.R.I.,
ma traditori ed internati a migliaia e tra questi Dante Di Tullio, portato in Germania nel campo di prigionia “Stammlager VIII B”, poi ridenominato “Stalag-n. 344” sito nel paesino di Lamsdorf, dove utilizzavano gli internati come lavoratori forzati nella vicina acciaieria.
Questo era un grande campo di prigionia già esistente dalla Guerra franco-prussiana del 1870-1871, usato poi nella Prima Guerra Mondiale del 1915-1918 ed attivo dal 1939 al 1945 nella Seconda Guerra Mondiale per prigionieri civili e militari.
In questo campo di prigionia, 7 mesi dopo esserci entrato, Dante Di Tullio muore per stenti e malattie il 10-04-1944.
Per ironia della sorte, fu compagno di prigionia col mio nonno materno Sergio Zaottini il quale ebbe però più fortuna tornando vivo anche se con problemi di salute permanenti e proprio mio nonno che era anche suo vicino di casa abitando in Contrada Colle d’Oro, al suo ritorno raccontò ai familiari di Dante Di Tullio dei problemi di salute che Dante aveva avuto e che non ce l’aveva fatta.
Oggi in questo luogo restano un museo del campo di prigionia ed un cimitero dei soldati che vi sono morti.
Dopo la sconfitta della Seconda Guerra Mondiale la Germania perse il 30% del suo territorio ed il paesino di Lamsdorf insieme alla regione della Slesia, come altre regioni tedesche, vennero date alla Polonia ed il nome cambiò in Lambinowice che attualmente ha 8.000 abitanti ed è sito nel sud della Polonia presso il confine con la Repubblica Ceca.
In seguito a recenti scavi archeologici nell’area del campo di prigionia, sono stati ritrovati i resti di 60 soldati italiani e tra questi il nostro concittadino Dante Di Tullio.
I resti di questi soldati sono stati portati a Varsavia nel Cimitero Militare Italiano di Bielany, con una cerimonia il 29-09-2024, in attesa della risposta delle famiglie contattate dal Ministero della Difesa italiano, per un eventuale rimpatrio o in caso contrario per la sepoltura in loco.
In Polonia ci sono due cimiteri militari italiani con 3.324 Caduti, dei quali 1.013 in quello di Breslavia con Caduti della Prima Guerra Mondiale e quello di Bielany sito a Varsavia con 2.311 Caduti: 898 della Prima Guerra Mondiale e 1.413 della Seconda Guerra Mondiale ai quali si aggiungono i 31 dei 60 militari italiani che non sono stati rimpatriati in questo frangente.
La nipote Marisa Di Tullio, ha fermamente voluto il rientro a Velletri dopo 84 anni dalla partenza ed 81 dalla morte dei resti di suo zio Dante Di Tullio, fratello del padre Orlando Di Tullio che gli ha sempre parlato di questo fratello maggiore perso in guerra.
L’08-10-2025 si è già avuta a Padova nel Tempio dell’Internato Ignoto, una cerimonia per il rientro in Patria di 18 di questi 60 soldati e ieri nel Mausoleo delle Fosse Ardeatine di Roma, c’è stata un’altra cerimonia solenne, per il rientro di altri 11 di questi 60 soldati tra i quali Dante Di Tullio.
Oggi stiamo celebrando finalmente, quel funerale cristiano che ad 81 anni dalla morte Dante Di Tullio non aveva ancora avuto, dopodiché finalmente riposerà per sempre nella sua Velletri nel Civico Cimitero.
Ringrazio Marisa Di Tullio, nipote del Caduto, Dante Di Tullio, per avermi delegato nell’iter che ha portato al rientro a Velletri del nostro concittadino.
Dopo una ricerca di anni da me condotta insieme all’amico Moreno Montagna ed ultimamente pure all’aiuto dell’amico Gianluca Navacci, sono stati scoperti i nomi i circa 220 soldati Caduti di Velletri di tutte le guerre, incredibilmente mancanti sul nostro Monumento ai Caduti di Velletri di Piazza Garibaldi, tra i quali Dante Di Tullio.
220 nostri concittadini che hanno perso la vita, nella brutalità delle guerre, che attendono da troppo tempo di essere inseriti di diritto in questo nostro Monumento e questo lo dico come attuale ufficiale del Corpo Militare di C.R.I., ex ufficiale dell’Esercito Italiano, ex Consigliere Comunale ma soprattutto come cittadino di Velletri.
Fabio Taddei




