- Al lavoro per rinsaldare patto tra popolo e Istituzioni
Comunicato Stampa
Roma (Rm) – “L’Italia sia una Repubblica che ripudia la guerra e il riarmo e che investe in tutela dei diritti, giustizia sociale e ambientale, a garanzia della Pace e dei principi democratici che portarono alla sua fondazione dopo l’incubo della seconda Guerra Mondiale: sarebbe il modo più coerente per onorarne la nascita e scongiurare un disastroso salto indietro nella Storia mentre l’Ue approva il Piano di riarmo europeo da 800 miliardi, invitando gli Stati a indebitarsi per investire in armi e militarizzazione”.

Lo dichiarano i promotori italiani della Campagna europea “Stop Rearm Europe” (https://stoprearm.org/), Arci, Ferma il Riarmo (Sbilanciamoci, Rete Italiana Pace e Disarmo, Fondazione Perugia Assisi, Greenpeace Italia), Attac, Transform Italia, alla vigilia della Festa della Repubblica del 2 giugno.
“Il presidente della Repubblica, Mattarella, ricorda l’importanza del referendum del 2 giugno 1946 per aver sancito ‘un patto tra popolo e istituzioni fondato sui principi di libertà, democrazia e solidarietà, ispirato alla centralità della dignità umana e del lavoro’ e che l’attuazione della Costituzione è una ‘missione mai esaurita’, che spetta a ogni cittadino.
Noi ci siamo ma quel ‘patto’ alla base della nostra Repubblica oggi è minacciato dalle politiche liberticide del Dl Sicurezza, dal ‘sistema guerra’ del Piano di riarmo Ue e dalla complicità di Governi e Istituzioni che mantengono ancora relazioni con Israele, inclusi scambi economici per la vendita di armi, che andranno ad alimentare la distruzione di Gaza e della Palestina”.
“Per rinsaldare il patto tra i cittadini e uno Stato garante dei diritti è fondamentale puntare alla vittoria dei 5 sì ai referendum dell’8-9 giugno e partecipare alla nostra manifestazione del 21 giugno ‘No guerra, riarmo, genocidio, autoritarismo’, che si terrà a Roma alle ore 14 a Porta San Paolo e che s’ispira proprio all’articolo 11 della Costituzione ed alla necessità che sia attuata promuovendo Pace e non guerra; giustizia sociale e non riarmo”, concludono.




