Nella memoria dei nostri anziani è ancora vivo il ricordo dei momenti vissuti in quel giorno e ancor più tragicamente in quelli successivi
di Gabriele Romagnoli
Il discorso di Pocci di fronte al monumento ai Caduti in Corso della Repubblica: “La guerra è un incubo dal quale cerchiamo di svegliarci senza successo, perché questa è ancora una realtà in Europa. Una sconfitta, in 79 anni non abbiamo imparato niente”

A quasi 80 anni da quel tragico 22 gennaio 1944, quando gli americani sbarcavano ad Anzio e le bombe cadevano su Velletri, torna il ricordo di quei 300 nostri concittadini, vittime innocenti della più tremenda delle guerre.

Dopo la consueta celebrazione del Vescovo Monsignor Stefano Russo, presso la cattedrale di San Clemente, il corteo commemorativo si è spostato presso il monumento ai Caduti in Corso della Repubblica, a fianco alla Cattedrale, dove, dopo la deposizione della corona d’alloro, alla presenza delle autorità civili, religiose e militari, il Sindaco Orlando Pocci ha parlato ai presenti con un accorato discorso.

Vi è ora bisogno, più che mai, della “diplomazia”, affinché si arrivi alla pace, tanto urgente per tutte le popolazioni europee.
“La vita spezzata di donne, uomini e bambini, che videro svanire il sogno della libertà dietro il rombo assordante terrificante deli aerei, esattamente come sta succedendo in Europa in questo momento”
Forte è stato il pensiero alla guerra che tutt’oggi si consuma poco fuori dai nostri confini nazionali, evento che rappresenta “una sconfitta, perché dimostra che non abbiamo imparato niente in questi 79 anni”.
E come ai tempi la guerra tormentava le inermi vittime, ancora oggi essa “è un incubo, dal quale cerchiamo di svegliarci senza successo, perché è ancora una realtà” ricorda con fervore il Sindaco.

La guerra non è solo quella che viene combattuta sul campo ma è soprattutto il suo effetto sulla società, l’economia e la politica. La guerra che alimenta “una crisi politica già in atto che ora amplifica le difficoltà per le famiglie, impoveritesi a causa del rincaro energetico e delle materie prime”.

Al termine del suo discorso il Sindaco ha voluto lanciare un appello a chi ancora oggi è testimone e porta le dolorosi cicatrici delle bombe, “quelle bambine e quei bambini che oggi sono anziani, ancora ricordano i terribili momenti. Testimonianze preziose che possono ancora farci comprendere che la via della pace è l’unica percorribile”.
Finito il suo intervento Pocci si è fatto da parte per lasciare spazio al nostro inno nazionale, instancabile voce, che questo 22 gennaio, più che mai, ha lanciato a tutta Velletri un solenne grido di speranza, ricordo e commemorazione.