Proseguono le manifestazioni di comitati e associazioni per contrastare la realizzazione del termovalorizzatore
di Redazione
Santa Palomba (Rm) -– Con l’inceneritore gli scenari futuri per S.Palomba sono la desertificazione produttiva. La prima vittima sarà il settore agroalimentare, dal produttore agricolo al trasformatore dei prodotti da mettere sulla tavola, poi arriverà l’inesorabile declino di tutte le attività presenti che non potranno più sostenere una logistica per altro già deficitaria proprio sul fronte della mobilità.
L’Ardeatina sarà definitivamente strozzata da un’immane traffico e flusso di mezzi pesanti che costantemente dovranno trasportare tonnellate di rifiuti da incenerire. Dal presidente dell’Unione industriali del Lazio ci saremmo aspettati un altro tipo di messaggio, non certo quello di camminare con la testa rivolta al passato, sostenendo soluzioni imprenditoriali arcaiche, costose, divoratrici di risorse come l’acqua, nocive alla salute dei cittadini.

Il presidente degli industriali dovrebbe comprendere, prima di altri, che la ricerca tecnologica ha fatto progressi straordinari, chi non la promuove per pigrizia mentale o speculativa, non può definirsi classe dirigente di un paese all’avanguardia. È davvero strano che il presidente dell’Unione industriali, conoscitore di impianti del secolo scorso, che tanti danni hanno prodotto, non sia riuscito ad aggiornarsi sulle alternative, da tempo sul mercato, utili a generare l’economia circolare basata sul rispetto dello ambiente e della salute dei cittadini oltre, che, fonte di sviluppo industriale e occupazionale.

L’unione industriali del Lazio inizi a pretendere la proprietà della società Fiorucci che non a caso vorrebbe iniziare a smantellare un marchio agroalimentari storico per Santa Palomba e per L’Italia, attivando
licenziamenti di massa e annunciando il rifiuto degli ammortizzatori sociali.




