- Sei denunce a Nemi per reati gravi: truffa aggravata ai danni dello Stato, falso in atto pubblico commesso da pubblico ufficiale, oltre a violazioni al Codice dei beni culturali e del paesaggio, alla Legge quadro sulle aree protette e al Testo Unico Edilizia
- Tra gli indagati il direttore dei lavori e il legale rappresentante della ditta.
di Mario Dal Monte
Nemi, 6 agosto 2025 – Un’operazione senza precedenti ha scosso il centro storico di Nemi, dove la Guardia di Finanza di Roma ha messo fine a una maxi-truffa legata al Superbonus 110%, sequestrando un immobile e disponibilità finanziarie per circa 500.000 euro.
Il blitz, eseguito su ordine del Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Velletri, su richiesta della locale Procura, ha portato alla denuncia di sei persone, tra cui il rappresentante legale di una società edile e il direttore dei lavori, accusati di aver orchestrato un inganno che ha sottratto quasi mezzo milione di euro alle casse dello Stato.

Le indagini, condotte dalla Compagnia di Velletri, hanno svelato un piano elaborato: un immobile nel cuore di Nemi, privo dei requisiti richiesti dalla normativa, è stato fraudolentemente beneficiario di un’agevolazione fiscale di 448.000 euro.
La truffa si è basata sulla falsificazione di documenti tecnici e amministrativi, con la complicità di professionisti che hanno certificato lavori mai eseguiti o non conformi, sfruttando il meccanismo degli sconti in fattura finanziati con risorse pubbliche. Durante le perquisizioni nelle abitazioni degli indagati, i finanzieri hanno scoperto oltre 85.000 euro in contanti nascosti in casa di uno dei sospettati, un bottino che gli inquirenti ritengono essere il frutto diretto della frode.

Il sequestro preventivo ha colpito conti correnti e l’immobile incriminato, con l’obiettivo di recuperare l’intero ammontare del credito d’imposta indebitamente ottenuto. Un tentativo maldestro di insabbiare l’operazione è stato sventato quando, subito dopo il sequestro, i proprietari hanno fatto installare un’impalcatura con telo ombreggiante per nascondere il cartello giudiziario, un gesto che ha solo aggravato i sospetti sulle loro intenzioni.
Gli indagati, al momento nella fase delle indagini preliminari e quindi presunti non colpevoli fino a sentenza definitiva, devono rispondere di reati gravi: truffa aggravata ai danni dello Stato, falso in atto pubblico commesso da pubblico ufficiale, oltre a violazioni al Codice dei beni culturali e del paesaggio, alla Legge quadro sulle aree protette e al Testo Unico Edilizia.
L’operazione evidenzia un abuso sistematico delle agevolazioni fiscali, un fenomeno che danneggia i contribuenti onesti e distorce il mercato immobiliare.Questa azione si inserisce in una campagna più ampia della Guardia di Finanza e della Procura di Velletri contro le frodi fiscali, un fenomeno che, secondo stime recenti, ha causato perdite miliardarie allo Stato italiano.
Il Capitano Alessandro Bruno, referente dell’operazione, ha dichiarato: “Colpire questi illeciti è una priorità per tutelare l’economia legale e i cittadini”.
Ulteriori sviluppi sono attesi nelle prossime settimane, mentre la comunità di Nemi osserva con sgomento le conseguenze di uno scandalo che macchia il prestigio del suo centro storico.




