All’inizio del 1800, Lariano era ormai popolato da centinaia di famiglie di coloni. Queste risiedevano sul territorio in maniera sempre più stabile ed erano generalmente impegnate nella coltivazione delle vigne
Lariano (Rm) – Già nel 1785, su richiesta dei coloni, era stata realizzata una cappella rurale dedicata alla Madonna del Buon Consiglio. Questa piccola struttura, che misurava appena 7×3,5 metri, risultava però del tutto insufficiente a soddisfare le esigenze di una popolazione in crescita. Inoltre, un luogo di culto così angusto non poteva ospitare un curato e le funzioni religiose erano limitate alle giornate festive. In tale situazione, l’assistenza spirituale era del tutto assente, e addirittura i coloni “per il lungo abbandono, si erano come inselvatichiti”.
Il cardinale Leonardo Antonelli, Governatore di Velletri, era ben consapevole della situazione locale: nel suo testamento, datato 30 luglio 1809, dispose quindi un generoso lascito di mille scudi allo scopo di edificare una chiesa parrocchiale a Lariano. Trascorso il periodo di annessione all’impero francese (1809-14), l’amministrazione veliterna, con atto consiliare del 14 settembre 1814, decise la realizzazione della nuova chiesa. Il 19 luglio 1815, la cancelleria vescovile affidò l’incarico al mastro muratore Marco Scipioni, che iniziò la costruzione su un terreno contiguo agli edifici denominati “Granai e casetta del Guardiano”.
La fabbrica della chiesa, fra difficoltà e ritardi, si protrasse per diversi anni. Nel Catasto Gregoriano (1819-20), l’edificio è tuttavia già presente sotto la denominazione di “Chiesa sotto il titolo della Madonna delle Grazie”. Anche se i lavori non erano ancora conclusi, la parrocchia entrò in funzione il 15 gennaio 1828 quando “compita la Chiesa e Casa Parrocchiale il primo Parroco prese possesso”.
La chiesa aveva nel frattempo assunto il titolo di “Santa Maria Intemerata”, in quanto conservava un antico dipinto murale che proveniva dall’omonima chiesa di via Lata, che era stata danneggiata da un terremoto nel 1706. Vi erano inoltre due altari laterali: uno dedicato a San Giuseppe, con statua lignea, l’altro a Santa Eurosia. L’intero edificio misurava 16 metri di lunghezza per 9 di larghezza.
Don Giacinto De Pascalis, il primo parroco, fu nominato dal cardinale Giulio Maria della Somaglia. Al suo arrivo, scrisse in una lettera: “in questa parrocchia rurale, trovo cotesti arianesi immersi nella più cupa ignoranza della dottrina cristiana”. Tuttavia, in seguito ricordava che “con l’aiuto dell’altissimo, Orante incominciò a istruirli nella via cristiana… cosicché da quell’epoca ad oggi, è quasi tutto cambiato”.
Don Giacinto restò parroco fino al 1833. A lui seguirono molti altri: alcuni furono poco più che comparse, altri furono molto amati e benvoluti dalla popolazione. Uno di questi fu don Aurelio Pieroni, parroco dal 1885 al 1892, che fu un testimone appassionato delle miserie dei contadini della zona. Degni di nota furono don Celestino Amati e don Temistocle Zaralli, l’ultimo ad ereditare l’antica chiesa.
L’edificio ecclesiastico, già in una situazione precaria all’epoca di don Aurelio, fu più volte restaurato. Costruito per una popolazione poco numerosa, risultava però del tutto insufficiente per i 2816 abitanti larianesi del 1936. In questo contesto giunse il secondo conflitto mondiale, che devastò il nostro territorio fino al maggio 1944. I danni riportati dalla vecchia chiesa risultarono ingentissimi, tanto che si decise per la sua demolizione, vista anche l’impossibilità di eseguire gli ampliamenti necessari. La struttura fu rasa al suolo, lasciando posto al “Palazzo dei Beni Demaniali”, un edificio più utile che bello tipico del suo tempo. La nuova chiesa di Santa Maria Intemerata fu edificata a pochi metri di distanza ed inaugurata nel 1950