Intervista esclusiva al consigliere comunale Giorgio Fiocco che dà un flash sull’Amministrazione. “Un fulmine a ciel sereno la morte dell’amico Bruno Astorre”
Velletri (Rm) – Il consigliere di maggioranza Giorgio Fiocco è stato intervistato dalla nostra redazione in materia di elezioni regionali, elezioni comunali e per fare un bilancio su questi ultimi cinque anni di amministrazione comunale.
Cosa ne pensa dei risultati delle ultime elezioni regionali?
“Il dato più eclatante è stato sicuramente l’astensionismo, che di fatto è il partito di maggioranza della Regione Lazio. Questo è un segnale importantissimo che deve arrivare alle forze politiche che oggi governano la Regione, ma soprattutto a quelle che ora siedono all’opposizione e che hanno governato negli ultimi dieci anni.
Nella storia della Regione Lazio, se non sbaglio, Nicola Zingaretti è stato l’unico presidente che ha esercitato due mandati, con un notevole successo elettorale; c’è stata quindi una risposta positiva sia da parte dell’elettorato di centro-sinistra sia dell’elettorato in generale, che ha dimostrato un’affluenza importante alle urne. Oggi invece abbiamo visto che il dato di affluenza è stato scandaloso per una nazione democratica come è l’Italia. Questo evidentemente è stato dettato da un atteggiamento che i partiti tutti hanno avuto a livello nazionale negli ultimi due anni e lo dico perché sono convinto che le linee nazionali determinano poi l’elettorato.
Per il resto ad oggi ci sono dei vinti e degli sconfitti; vediamo che il neoeletto presidente Francesco Rocca ha faticato ad individuare la sua squadra di governo. È ovvio quindi che questo dato sia importante, è vero che c’è un centro destra che ha vinto, ma allo stesso tempo sembra che fatichi a trovare la quadra. A prescindere comunque quello che penso è che se lavoreranno bene sarà di conseguenza un bene per tutti e se invece accadrà il contrario la critica costruttiva e l’opposizione saranno fondamentali”.
Quali erano i punti fondamentali all’ordine del giorno dell’ultimo consiglio comunale e come mai si è deciso di sospenderlo?
“Il punto più importante era il Regolamento dei diritti di superficie e su questo vorrei spendere qualche parola per spiegare cos’è e di cosa si parla. Negli anni ‘60/’70 si costruiva a cooperativa, lo Stato metteva a disposizione terreni pubblici o fondi pubblici e le cooperative edili che si costituivano avevano la possibilità di costruire su questi terreni, con un vantaggio importante soprattutto dal punto di vista dell’abbattimento dei costi. Questi terreni venivano concessi alle cooperative per 99 anni e dopodiché tutto quello che stava all’interno del terreno tornava ad essere proprietà dello Stato.
Passati 40/50 anni, come hanno fatto tanti altri comuni, si è deciso anche a Velletri di intraprendere dei ragionamenti sulla base di esigenze che stanno emergendo, quale ad esempio l’eventualità in cui questi proprietari volessero vendere il proprio immobile. Essendo proprietari all’80% si troverebbero davanti a un problema poiché non godono del diritto di superficie. Perciò questo regolamento serviva e serve appunto alla regolamentarizzazione di queste alienazioni dei diritti di superficie; quindi con un calcolo fatto sulla base delle rendite catastali e di altri fattori, metteva in condizione di andare a riscattare il terreno.
Ovviamente è una richiesta onerosa da parte dei cittadini. Questo prevede sia le costruzioni in cooperativa sia l’edilizia residenziale pubblica (ossia le case popolari). Quest’ultima è stata costruita con lo stesso concetto, ma cambia che i diritti di superficie sono rimasti di proprietà dei comuni, mentre gli stabili sono di proprietà delle Ater, che in questa situazione non riescono ad alienare gli immobili agli assegnatari aventi diritto a prezzi calmierati, facendo così un servizio ai cittadini.
Essendo io vicepresidente della prima commissione, che si occupa anche di questi argomenti, mi è stato chiesto di portare tale documento alla commissione per l’esame. In merito a ciò gli uffici hanno prodotto un documento, ma quello che secondo me è mancato è stata l’interlocuzione politica, che serviva soprattutto per discutere con i cittadini interessati e far loro comprendere la situazione.
Per quanto riguarda l’edilizia residenziale pubblica in altri comuni sono stati trovati accordi diversi con le Ater, per esempio alcuni comuni hanno ceduto i diritti di superficie per creare un’agevolazione fiscale ed economica al cittadino e dar modo all’ente gestore di poter vendere l’immobile al cittadino a un prezzo calmierato.
Ad oggi stiamo vivendo una profonda crisi sociale e quello che manca è proprio la collaborazione tra politica e cittadino. Mancano sempre più i momenti di aggregazione e discussione e gli spazi per fare politica sono sempre meno e questo si ricollega all’importante dato di astensionismo riscontrato in queste elezioni regionali, perché l’astensionismo non è fatto solo dal cittadino che liberamente decide di non andare a votare, è anche il cittadino che non si è sentito coinvolto.
C’è la presunzione di non andare dalle persone, di ascoltare e confrontarsi con i cittadini. Ma se quest’ultimi vengono coinvolti, si crea una cittadinanza attiva e partecipativa. In conclusione, tornando sul consiglio comunale di lunedì scorso io e altri colleghi, sia di maggioranza sia di opposizione, sulla base di voler creare un dialogo con il cittadino, abbiamo messo in condizione l’assemblea di ritirare gli atti e di riportarli in discussione. Non è detto che cambierà qualcosa, però almeno si crea la possibilità di spiegare alla cittadinanza la situazione”.
Dato che siamo agli sgoccioli di questa amministrazione, cosa ne pensi del lavoro fatto in questi cinque anni?
“Bisogna ricordare che sono stati anni caratterizzati dal Covid che ci ha dato da una parte cose negative, come ad esempio l’impossibilità di fare i consigli comunali in presenza e l’accentuazione di comportamenti di individualismo che in politica erano già presenti, ma dall’altra parte ci ha dato anche cose positive. Un fatto importante è stato, ad esempio, quello di rifare lo statuto comunale e il regolamento del consiglio comunale che era ormai obsoleto, in cui rientra anche l’aggiornamento della Commissione Pari Opportunità, divenuta organo permanente.
Siamo riusciti a gestire la questione Covid e questo è da riconoscere, anche attraverso una buona rete solidale che ha messo insieme tante forze. Però, memori di quel periodo, dobbiamo ricordarci che c’è l’esigenza di confrontarsi e di dialogare, quello che secondo me è mancato nella collettività di questa legislatura. Si poteva fare sicuramente di più e a parer mio poco è stato fatto.
Se dovessi dare un voto a questa amministrazione, tenendo conto anche del periodo Covid, darei un sei politico, perché il coinvolgimento è mancato. Abbiamo avuto in questa amministrazione la fortuna di avere i finanziamenti del PNRR e quindi c’è ovviamente l’ambizione di continuare con i progetti ideati, che riteniamo siano importantissimi. È stata un’amministrazione caratterizzata dall’io e dagli individualismi, ci sono state cose fatte bene, ma sicuramente si poteva e si può fare di più”.
Le elezioni comunali si avvicinano, quale pensi possa essere il panorama che ci si presenterà davanti?
“Sarà interessante vedere quali saranno le coalizioni che si presenteranno. Il Sindaco Pocci, ad esempio, proverà ad ottenere il suo secondo mandato ma sarà curioso vedere la coalizione che lo sosterrà, poiché quella che c’è stata in questi cinque anni di amministrazione è stata costruita in fase di ballottaggio ed è stata una coalizione che andava dalla sinistra moderata a Forza Italia. Io personalmente, insieme a Giulia Ciafrei, a Daniele Ognibene e a tanti altri amici e compagni, stiamo costruendo una lista civica d’indicazione ulivista e prodiana.
Obiettivo è quello di dialogare con le realtà della sinistra radicale/socialista, che sono quelle che secondo me non sono neanche andate a votare alle elezioni, perché non si vedono riconosciuti nei partiti odierni. Vedremo quindi quale saranno le coalizioni, è ovvio che insieme si è più forti, considerando anche che la destra ha il vento a favore, dopo le nazionali e le regionali, però a livello locale non la vedo molto organizzata.
Vuoi lasciarci un pensiero su Bruno Astorre?
“È stato un fulmine a ciel sereno per tutti quanti; io l’ho conosciuto da militante della sinistra giovanile quando lui era rappresentante de La Margherita, prima della costituzione del PD ed è sempre stata una persona vicina al territorio, di un’umiltà immensa per i ruoli che ha ricoperto. Per quanto riguarda quello che è successo dirò soltanto che a chi crede lascio la preghiera e a chi non crede lascio il pensiero”.