14 Dicembre 2025

Quando la diagnosi incontra l’Intelligenza Artificiale: AI Week

  • Come l’Intelligenza Artificiale sta trasformando i luoghi di cura, ridefinendo le linee guida diagnostiche e terapeutiche. Durante l’evento verrà presentata CLARA: “AI CLINICAL NAVIGATOR” di FISM, uno strumento innovativo per supportare i professionisti sanitari nella cura dei pazienti

di Pasquale Viscanti


Milano (Mi) – Cosa succede quando un’esperienza personale si trasforma in una rivoluzione tecnologica per la sanità? È il caso di DxGPT, un nuovo strumento basato su AI annunciato da Satya Nadella, CEO di Microsoft.

L’idea nasce a Madrid da Julian Isla un ricercatore di Microsoft che per suo figlio Sergio, affetto da una condizione rara e bisognoso di assistenza costante ha deciso di creare un alleato per medici e famiglie: una piattaforma capace di analizzare sintomi, storie cliniche e suggerire diagnosi e trattamenti grazie all’Intelligenza Artificiale.

DxGPT non è pensato per sostituire i medici, ma per affiancarli e supportarli. Utilizza GPT 4o con grandi quantità di dati clinici per fornire opzioni terapeutiche e migliorare la precisione diagnostica. Microsoft ha contribuito fornendo tecnologia, risorse cloud (su Azure) e supporto normativo per facilitare la diffusione di questo strumento nel rispetto delle regole sanitarie.

Il progetto è già attivo, e il team di Isla mira ora a introdurre DxGPT in ospedali di tutta Europa, rendendolo disponibile su Azure Marketplace per un’adozione globale. Una storia in cui la tecnologia nasce dal bisogno e restituisce speranza.

Insegnare alle macchine a parlare con le cellule

Ogni essere umano è composto da trilioni di cellule, ciascuna con una funzione specifica. Ma come possiamo comprendere davvero cosa accade dentro di loro?
Con il sequenziamento dell’RNA a singola cellula (scRNA-seq), è possibile osservare l’espressione genica di ogni cellula, ma i dati prodotti sono enormi, complessi e difficili da interpretare. È qui che entra in gioco Cell2Sentence-Scale (C2S-Scale), un progetto che unisce biologia e modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM).

L’obiettivo? Tradurre la biologia in linguaggio umano. Invece di analizzare tabelle con migliaia di numeri, C2S-Scale converte quei dati in frasi comprensibili, come: “questa cellula è in uno stato infiammatorio” oppure “è probabile che risponda bene a questo trattamento“. Una trasformazione concettuale e pratica: i biologi possono interrogare i dati cellulari come se parlassero con un assistente virtuale esperto in medicina molecolare.

Questa innovazione potrebbe rivoluzionare la ricerca, la diagnostica personalizzata e la scoperta di farmaci, aprendo la strada a una nuova era in cui la comprensione della vita avviene attraverso il linguaggio.

AI made in Italy per il cuore

Quando si parla di stenosi coronariche, ovvero il restringimento dei vasi sanguigni del cuore, la diagnosi è spesso complessa, costosa e invasiva. Serve inserire sonde, misurare la pressione, valutare la gravità. Ma l’AI può cambiare tutto questo.
STARFLOW è un sistema sviluppato in Italia dalle università di Torino e Catania e utilizza Intelligenza Artificiale per valutare la rilevanza emodinamica delle stenosi a partire da semplici immagini angiografiche.

Il modello combina reti neurali convoluzionali 3D (che analizzano i video delle coronarie) e transformer (gli stessi alla base di ChatGPT) per riconoscere anomalie nel flusso sanguigno. Così può stimare in automatico valori clinici cruciali come FFR e iFR, riducendo tempi, costi e rischi per il paziente.

Durante i test, STARFLOW ha analizzato 778 angiografie ottenendo un’accuratezza dell’87,3%. È in grado di adattarsi a immagini di diversa qualità e provenienza, rendendolo uno strumento potente, flessibile e facilmente integrabile nei flussi di lavoro ospedalieri.

Il cuore visto con occhi nuovi: AI per chi inizia, e per chi sbaglia

La diagnosi cardiologica richiede esperienza, precisione e uno sguardo esperto. Ma cosa succede quando questo sguardo può essere supportato da un’Intelligenza Artificiale? Due studi recenti ci mostrano scenari affascinanti e complementari: l’AI che guida i neofiti… e l’AI che corregge gli esperti.

Nel primo caso, il software HeartFocus (qui il video dimostrativo) è stato messo alla prova in uno studio multicentrico e internazionale per capire se infermieri senza esperienza potessero ottenere immagini ecocardiografiche di qualità diagnostica. Il sistema, addestrato su oltre un milione di immagini, guida in tempo reale l’operatore indicando dove posizionare la sonda e registrando automaticamente i risultati.

I risultati? Sorprendenti. Le immagini raccolte dagli infermieri neofiti sono risultate paragonabili a quelle degli esperti, fin dal primo esame. Per la dott.ssa Caroline Ong, HeartFocus rappresenta “un’integrazione sicura e affidabile nella pratica clinica. Un passo avanti per democratizzare l’accesso alla diagnosi cardiologica, anche dove gli specialisti scarseggiano.

La voce come segnale vitale

C’è un ultimo progetto che ci porta in una dimensione ancora più intima: il suono della voce.
All’Università di Maastricht, il team del professor Hans-Peter Brunner La Rocca sta portando avanti uno studio sullo scompenso cardiaco (HFpEF), una patologia che può peggiorare rapidamente.

L’idea è semplice quanto efficace: chiedere ai pazienti di registrare la propria voce ogni giorno tramite smartphone. L’algoritmo analizza i cambiamenti vocali per individuare segnali precoci di accumulo di liquidi nei polmoni — un sintomo critico dello scompenso.

Se viene rilevata un’anomalia, il medico viene avvisato e può intervenire subito, evitando complicazioni.
Lo studio coinvolge già 200 pazienti, e i risultati preliminari sono attesi entro la fine del 2025. Ma il concetto è chiaro: la voce, come il battito, può diventare un indicatore di salute monitorato con l’aiuto dell’AI.

Una forma di libertà in più

Ogni progetto racconta una parte di un’unica storia. Una storia in cui l’intelligenza artificiale si fa sempre più umana. Non nel senso delle emozioni, ma nella capacità di sentire, ascoltare, comprendere — anche ciò che prima era invisibile o incomprensibile.

Che si tratti di un figlio, una cellula, un’arteria o una voce, l’obiettivo resta lo stesso: prendersi cura. Perché ogni diagnosi più veloce, ogni errore evitato, ogni battito ascoltato in tempo è una forma di libertà in più. E forse, in questo 25 aprile, anche questo è un modo per celebrare la libertà: la libertà di vivere meglio grazie alla scienza e alla tecnologia.

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