di Emma Pulicati
Alessandro Montoro, scrittore fantascientifico veliterno e laureato in fisica e matematica, ha unito i suoi studi alla sua grande passione: la scrittura. Originario della nostra Velletri, ha raggiunto diversi successi anche a livello internazionale. Oggi, ha deciso di raccontarsi, ponendo l’attenzione non solo sul suo lavoro ma sulle emozioni che esso ha smosso in lui:
“Come è nata la tua passione per la scrittura fantascientifica?”
“Da fisico sono sempre stato affascinato dalla Scienza e, in particolare, dalla Fantascienza. Durante gli studi di fisica, facevo anche un po’ di scrittura, a livello amatoriale. Per motivi lavorativi ho, poi, dovuto abbandonare la scrittura ma una volta presa una seconda laurea in matematica, ho deciso di tornare a scrivere, studiando le tecniche di scrittura cercando di capire come scrivono gli autori. Dopo ciò, per un anno intero ho scritto con lo scopo di imparare, ma senza alcuna proposta editoriale, finché nell’ottobre del 2021 sono uscito con una prima Ucronia, vincendo il premio “Urania Short”, che è uno dei premi più importanti d’Italia nell’ambito della Fantascienza. Da lì, non mi sono più fermato.”
“Qual è l’opera alla quale sei più legato?”
“Sicuramente è la prima opera che propongo a chi voglia leggere qualcosa di mio, ovvero “Saldi sull’Eternità”, opera che racchiude tutto ciò che amo. I lettori mi hanno chiesto immediatamente un sequel di questo racconto che è ambientato in un Universo attuale, nel quale si scopre che la reincarnazione induista è reale, ed esistono società che si occupano una di recuperare parenti reincarnati negli animali e l’altra di bloccare la reincarnazione e ricreare la morte in modo artificiale. Insomma, si uniscono religione, azione e sociale.”
“Nei tuoi romanzi, magari fra i personaggi, c’è qualcosa che rappresenta la tua vita personale?”
“Negli scritti di una persona c’è sempre qualcosa di proprio; i personaggi che ritengo una sorta di alter-ego si trovano nella mia prima opera, “Gli Abissi dei Porci”, nel quale il protagonista è cucito sulle mie inclinazioni. In genere quando compare un matematico nei miei racconti, c’è sempre il mio zampino; inoltre, nel romanzo che è in concorso per il premio “Odissea” di quest’anno c’è un personaggio molto simile a me, in diario in cui si parla dell’elaborazione del lutto.”
“Questa passione, che è poi diventata il tuo lavoro, è sempre stata la tua ambizione?”
“In realtà, da quando ho iniziato a scrivere a livello amatoriale, ho capito subito che sarebbe stata la mia strada; il mondo editoriale italiano è molto stretto ed è difficile entrarci ed affermarsi. Diventare uno scrittore non è semplice, il mio sogno era uscire su “Urania”, cosa che sono riuscito a fare per tre volte. Non sono ancora riuscito a farlo con un romanzo ma con dei racconti e con l’antologia estiva dei Grandi Autori italiani di quest’anno però ecco…il mio sogno continua.”
“Qualche parola sulla menzione speciale ricevuta in Svizzera?”
“Ah, quello bellissimo! Io amo la Svizzera e quel premio, pur non essendo salito sul podio, è un modo per arrivare anche oltre il confine. È una cosa di cui vado fiero, ho appeso la menzione sulla mia parete, insieme agli altri, e la ritengo una grande soddisfazione pur non essendo arrivato sul podio, per me è una grande vittoria.”
“Qual è il complimento migliore e la critica peggiore che hai ricevuto?”
“Il complimento è certamente arrivato quando mi hanno dato dello “scrittore rivoluzionario”, io sono sempre stato atipico e le persone hanno apprezzato il mio approccio futurista, ritengo che si debba imparare dal classico ma è necessario andare oltre ed evolvere la letteratura. Per quanto riguarda la critica, forse è arrivata quando mi è stato detto di avere una scrittura troppo semplice; tuttavia, ritengo che, se non introduco cose nuove, poi non devo spiegarle, e preferisco un linguaggio semplificato, anche nel trattare temi complicati.”
“Sei sempre stato sostenuto dai tuoi familiari e amici?”
“Assolutamente sì! Mia madre, che non c’è più, leggeva ogni mio scritto, dicendomi sempre “tu hai la penna”. Io non le credevo, però lei continuava a stimolarmi. Poi, sicuramente una grande sostenitrice è mia moglie che, pur non essendo una grande lettrice, mi supporta e sopporta leggendo e valutando tutto ciò che scrivo. È il mio portafortuna, mi stimola tanto e mi consiglia altrettanto bene, al punto che il premio “Urania Short” l’ho vinto tagliando una parte sotto suo suggerimento.
“Un’ultima domanda: in qualche modo ti senti legato a Velletri, essendo la tua città natale?”
“Decisamente sì. Vengo spesso a Velletri dove vivono mio padre e mio fratello. Quando torno è sempre un piacere rivedere amici e conoscenti. A Velletri manca la calma, che ho trovato nella zona in cui vivo io, però le mie radici sono lì. È la città dalla quale sono partito e cresciuto, sono legato in generale ai Castelli Romani, che sono per me una parte fondamentale della mia vita.”
È così che Alessandro Montoro si è raccontato, sia a livello professionale che umano, collezionando diversi premi e successi e continuando a coltivare la sua grande passione.