14 Dicembre 2025

AVS e Beni Comuni: Andreozzi in Consiglio chiede risposte su Bonus Nido

  • Nel Consiglio Comunale del 31 luglio ben cinque interrogazioni del Gruppo AVS

di Massimo Andolfi


Velletri (Rm) – Nella seduta dell’ultimo Consiglio Comnunale di Velletri, breve ma costruttivo, il Consigliere Sergio Andreozzi a nome dei Gruppi AVS e Beni Comuni ha parlato di vari argomenti ma di uno in particolare riportiamo le sue parole:

“Tra le interrogazioni presentate in Consiglio Comunale, una che abbiamo particolarmente a cuore, per il valore sociale e l’impatto sulla nostra comunità, riguardando lavoratori e famiglie con minori e che sta provocando tanto disagio e ripercussioni economiche alle famiglie e operatori interessati, è quella relativa al Bonus Asilo“.

Ne avevamo già parlato il 19 giugno con un comunicato che illustrava la presentazione dell’interrogazione. Nella seduta il Capo Gruppo Sergio Andreozzi ha ripercorso la vicenda che è iniziata il 15 maggio del 2017 con la costituzione dei nidi famiglia a Velletri tramite l’approvazione di un regolamento comunale in cui viene sancito che il nido famiglia comunale è un servizio socio-educativo realizzato in contesti domiciliari, quali abitazioni private che può accogliere fino a un massimo di 10 bambini contemporaneamente di età compresa tra i 3 e i 36 mesi.

Successivamente al citato regolamento comunale la Regione Lazio il 5 agosto 2020 emanava una Legge Regionale sulla regolamentazione delle strutture per infanzia con due articoli che ci interessano:

  • l’articolo 40 nel quale si dice che il nido domestico può accogliere fino a un massimo di 5 bambini di età compresa fra i tre e i 36 mesi ( abbassando di fatto il limite massimo da 10 a 5 rispetto al regolamento comunale precedente);
  • l’ articolo 56 dove viene sancito che per i servizi educativi già autorizzati l’autorizzazione rimanga valida per i successivi 20 anni dall’ entrata in vigore della presente legge.

Ora l’articolo 56 parla chiarissimo e indica in maniera incontrovertibile che i servizi educativi autorizzati nel 2017 lo rimarranno per 20 anni a partire dal 2020, anno della legge regionale e quindi fino al 2040.

Ma c’è di più, il 16 luglio 2021, con un nuovo regolamento, che è quello delle Disposizioni Transitorie, miranti a disciplinare vari regolamenti in modo da non ledere diritti precedentemente riconosciuti, la Regione Lazio integra e specifica che in caso di modifiche sostanziali delle autorizzazioni ci deve essere una diversa valutazione del Comune, che deve essere esplicitata come Atto Ufficiale e che non può avere effetti retroattivi, perché di nuovo si parla della deroga dei 20 anni.

In ogni caso a oggi non c’è nessun atto ufficiale da parte del Comune e comunque il regolamento del 2021 esclude esplicitamente la decadenza dell’autorizzazione per numero di bambini per i successivi 20 anni e dice che le variazioni di autorizzazione potrebbero riguardare solo gli spazi.

Perciò se il Comune volesse rivalutare le SCIA presentate per difetti di origine può farlo, ma con un atto formale che per i prossimi 20 anni valuti esclusivamente i locali e gli spazi. Diversamente c’è una grave omissione di Atti di Ufficio”.

In tutti questi anni, dall’ agosto del 2020 al dicembre del 2024, le famiglie dei bambini inseriti in questi nido famiglia, hanno mensilmente percepito il bonus asilo nido, ossia il rimborso spese che spetta a chi usufruisce di questi servizi autorizzati, visto che come è stato spiegato i servizi in questione erano stati autorizzati dall’ articolo 56 e nessuna comunicazione di smentita era arrivata da nessuno.

“A marzo del 2025 , dopo ben 5 anni, una circolare afferma che queste strutture non sono più in regola e quindi l’INPS sospende tutti i rimborsi alle famiglie e addirittura lamenta 5 anni di erogazioni non dovute. Ma stiamo scherzando? Ci rendiamo conto del danno di famiglie e lavoratori del tutto convinti, a ragione, di stare in regola?”

Ora all’ interrogazione del Consigliere Andreozzi, l’Assessora delegata Ilaria Neri risponde che quanto è stato detto dal Consigliere corrisponde perfettamente a verità, ma che a una lettera scritta alla Regione Lazio gli viene praticamente risposto che “l’Ordinanza Regionale sorpassa il regolamento Comunale,” nonostante il succitato articolo 56 parli chiarissimo.

Addirittura, viene quasi giustificato il tutto affermando che la legge spesso è interpretabile. Ebbene, noi diciamo invece che LA LEGGE È LEGGE E VA RISPETTATA, SOPRATTUTTO SE RIGUARDA I DIRITTI DEI CITTADINI, IN PARTICOLARE SE COINVOLTI MINORI.

Il Consigliere Andreozzi e Alleanza Verdi e Sinistra, chiedono che l’amministrazione tutta, tramite il suo Collegio Avvocatura, faccia valere e rispettare l’articolo 56 dell’Ordinanza Regionale. Per il bene di tutti i cittadini. Noi di AVS non ci arrendiamo e porteremo avanti questa battaglia.

Firmato da Marina Favale e Massimo Morassut, Portavoce di Europa Verde – Alleanza Verdi e Sinistra.

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