La difesa della maestra chiede al giudice la ‘messa alla prova’. Il timore del papà Massimo Montebove ‘che non si faccia giustizia’
Velletri (Rm) – Riassumiamo in breve la tragica vicenda della piccola Lavinia Montebove di cui ci siamo interessati in più occasioni durante l’iter giudiziario.
Da quei tragici fatti sono già passati cinque anni e la piccola Lavinia Montebove, la bambina di appena 16 mesi che nel 2018 fu investita nel parcheggio dell’asilo, da quel momento vive in stato vegetativo. Avviato un processo nei confronti della maestra d’asilo, la quale secondo il pubblico ministero, abbandonò la bimba. Ora, nell’ultima udienza prima della pausa estiva, c’è stato un colpo di scena. Il Pm ha infatti chiesto di cambiare il capo di accusa nei confronti dell’imputata dal più grave abbandono di minore alle lesioni colpose aggravate.

La richiesta di messa alla prova per la maestra che abbandonò Lavinia Montebove
Ma non solo. Infatti, con un analogo colpo di scena la difesa ha chiesto per l’imputata la messa alla prova. Si tratta di una pena alternativa che potrebbe estinguere il reato. Contingenza che non è stata accolta di buon grado dalla famiglia della piccola Lavinia.
Intervistato dal Corriere della Sera, queste le parole del papà della piccola: “Sono un poliziotto e ho fiducia nel sistema, pene alternative incluse. Ma in questo caso la richiesta dell’imputata suona strana perché non abbiamo avuto alcun cenno di solidarietà nei nostri confronti”. Uno dei timori del padre è quello “che non si faccia giustizia”. “Trovo giusto che questa signora che ha dimostrato tutta la sue negligenza non lavori più con i bambini. Senza una sentenza sarebbe, invece, libera di farlo”.