6 Dicembre 2024

De Masi Domenico, riflessioni sul lascito dell’emerito sociologo da parte di Velletri 2030

Aveva 85 anni. Studioso, ricercatore e consulente, professore emerito di Sociologia del lavoro dell’Università Sapienza di Roma il Prof. De Masi lascia spunti di riflessione sulla vita quotidiana


Velletri (Rm) – A pochi giorni dalla scomparsa di Domenico De Masi, avvenuta il giorno 9 settembre 2023, Velletri 2030 vuole ricordare l’illustre sociologo; così è menzionato da molti media anche se il suo lascito va oltre la sociologia e tocca molti aspetti della vita quotidiana.

Tante sono le recensioni della vita di Domenico De Masi che si possono leggere in questi giorni, alcune da parte di esperti dell’organizzazione del lavoro, altre da parte di intellettuali più o meno noti. In questa breve nota ci si limita a richiamare l’attenzione sulla testimonianza di alcuni aspetti del suo pensiero, come illustrati nel Webinar offerto a Velletri 2030 e oggetto della presente nota.

Velletri 2030, sempre attento all’impatto delle nuove tecnologie nell’organizzazione della vita sociale in generale e del lavoro in particolare, invitò Domenico De Masi a parlare del suo libro “Smart working – la rivoluzione del lavoro intelligente” in un Webinar il 12 Febbraio 2021. Il Webinar, dal titolo “Smart working – riflessioni sui cambiamenti sociali dei nostri giorni” aiuta capire alcuni aspetti del pensiero di Domenico De Masi, dura circa 100 minuti, e si può rintracciare sul sito web di Velletri 2030 alla Sezione Webinar, oppure riascoltare cliccando direttamente sul seguente link: https://www.youtube.com/watch?v=AXVfYIuxLzU

Di seguito alcuni dei temi trattati da Domenico De Masi durante il Webinar.

All’inizio del 2020 pare che solo 570 mila italiani lavorassero in smart working. Con l’isolamento imposto dal Covid-19, sono improvvisamente diventati 8 milioni. Che cosa è successo nel frattempo e che cosa avverrà in futuro? Quali sono i motivi che finora hanno impedito il diffondersi di una modalità di lavoro più produttiva, ecologica, meno costosa e stressante? E come cambierà, sul lungo periodo, la nostra routine quotidiana finora scandita dall’alternanza tra ufficio e tempo libero?

Per rispondere a queste domande urgenti e radicali Domenico De Masi, ha messo a frutto quarant’anni di esperienze e ricerche nel settore e, durante i mesi del lockdown, ha coordinato un’indagine a tutto campo, giungendo alla conclusione che quello in atto sia solo l’inizio di un processo che vedrà rivoluzionato non solo il tempo e il luogo del lavoro, ma il suo significato, il contenuto e il suo ruolo.

Ma quali sono i rischi? Lo smart working rischia di essere stravolto fino a diventare strumento di isolamento, di alienazione, di ulteriore parcellizzazione, di indebolimento della forza contrattuale dei lavoratori, di degradazione del lavoro in lavoro a cottimo o in lavoro nero.

E’ possibile evitare queste degenerazioni? Ora che lo smart working sotto lo stimolo della pandemia, si trova nella delicata fase di passaggio da fenomeno di nicchia a fenomeno di massa, è il momento giusto per proteggerlo da questo pericolo e fare in modo che esso si affermi solo nella sua forma più genuina e liberatrice.

La costituzione italiana entrò in vigore il primo gennaio 1948 ma già dieci anni dopo, nel 1958, Hannah Arendt pubblicò Vita activa nella quale si chiedeva “Cosa succede in una società fondata sul lavoro quando il lavoro viene a mancare?”.

A distanza di circa tre anni dalla pubblicazione del suo libro e dall’offerta del Webinar a Velletri 2030, molti degli interrogativi posti rimangono ancora oggetto di controversia e di discussione tra le diverse parti sociali. Sta di fatto che l’avanzamento tecnologico è inarrestabile, e l’organizzazione sociale e del lavoro ne rimane fortemente condizionata. Chi ci governa deve essere preparato a governare queste rivoluzioni. Non serve una politica senza la visione di un futuro possibile.

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