Il 14 Dicembre dello scorso anno per la Biometano del Colubro di Artena era arrivata l’Autorizzazione Integrata Ambientale della Regione Lazio presieduta da una Giunta di centrodestra
di Claudio Caponera
Lariano (Rm) – Avevamo già parlato nel numero andato in edicola il 4 Gennaio dove mettevamo in evidenza che “Quello che non era stato consentito al pubblico anche a seguito delle continue proteste da parte dei residenti del Colubro e dei comuni vicini tra cui anche Lariano tanto che aveva ricevuto anche il no dal Comune di Artena, veniva consentito al privato.”
Per diventare operativo l’impianto, a quanto sembra, mancava soltanto una relazione della società che dimostri che sia a sostegno del settore agricolo. Poi l’azienda potrà iniziare a costruire.
La centrale che tratterà 58.000 tonnellate annue di Frazione organica da rifiuti solidi urbani da avviare a digestione anaerobica con l’aggiunta di 10.000 tonnellate annue di rifiuti speciali urbani da avviare a maturazione aerobica.

Proprio alcuni anni fa in un Consiglio Comunale alcuni gruppi che fanno parte della attuale maggioranza guidata da Francesco Montecuollo presentarono una mozione nella quale si richiedeva la valutazione dell’impatto Sanitario sulla popolazione. A tal proposito il Consiglio Comunale approvò all’unanimità un ordine del giorno nel quale si chiedeva di promuovere tutti gli atti necessari per far si che tale documento fosse messo a disposizione del Consiglio Comunale.
Ora ci chiediamo: E’ stato mai preparato quel Documento? Se esiste è ora che anche l’attuale maggioranza che allora lo aveva richiesto lo metta fuori e si proceda a far valere le ragioni sollevate con veemenza nella discussione considerato appunto, come dicevamo in premessa che il Consiglio Comunale si espresse per il No alla costruzione dell’impianto e così anche il comune di Artena.
Tra poco tempo ogni giorno vedremo transitare al centro del nostro comune e delle già disastrate strade inter comunali (Via Garibaldi e Via del Colubro) decine di camion diretti alla centrale per altro senza alcun guadagno da parte dei comuni interessati che quelle strade volente o nolente dovranno poi riparare.




