Una imponente operazione della Guardia di Finanza ha portato ad un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari di un imprenditore 47enne ed un provvedimento di sequestro preventivo, in forma diretta e per equivalente, di numerosi beni per un importo superiore ai 4 milioni di euro; l‘operazione ha viste coinvolte anche le province di Roma e Latina
Roma (Rm) – Disposte numerose perquisizioni, nei confronti di 7 persone fisiche e di diverse imprese ritenute responsabili di vari reati come bancarotta fraudolenta, riciclaggio, autoriciclaggio e reimpiego in attività economiche di proventi illeciti, inoltre vari delitti tributari, come sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, emissione di fatture false e infedele dichiarazione.
Sequestrati 28 rapporti finanziari, 30 immobili (10 appartamenti, 2 autorimesse, 1 locale commerciale e 17 terreni agricoli), quote societarie, 4 autovetture e una moto di grossa cilindrata, fino alla concorrenza di € 3.292.321, per i reati tributari, e di € 990.093, per riciclaggio / autoriciclaggio / reimpiego, ubicati nelle città di Roma, San Felice Circeo, Sperlonga, Pistoia, Abetone Cutigliano (PT), Agliana (PT), Camaiore (LU), Massa (MS), Montignoso (MS), Firenze, Fiumalbo (MO), Napoli e Alcamo (TP).
Sequestrate anche 2 aziende, con sede a Pistoia e Roma, attive nei settori del commercio all’ingrosso di telefoni cellulari e dell’ospitalità turistica, nelle quali il principale indagato, un imprenditore 47enne è stato posto agli arresti domiciliari, che aveva avuto già una precedente condanna, in primo grado di giudizio, per aver autoriciclato consistenti proventi illeciti.
Come avveniva la truffa
Il sistema di frode si basava sull’acquisto di ingenti quantitativi di smartphones ed altri apparecchi di elettronica di consumo, presso ignari operatori commerciali di altri Paesi dell’Unione Europea (quindi, senza addebito dell’I.V.A., come previsto dalla normativa sugli acquisti intracomunitari), da parte di società prive di reale capacità operativa (cd. “cartiere”).
Le merci erano oggetto di successivi passaggi commerciali simulati, per poi giungere al consumatore finale, al quale veniva addebitata un’imposta dovuta che nessuna delle imprese coinvolte avrebbe poi versato all’Erario.
In sintesi, di norma, tali prodotti venivano fittiziamente ceduti, sempre in esenzione d’imposta (per via del particolare regime del “reverse charge” o inversione contabile), a commercianti all’ingrosso nazionali compiacenti, ai quali venivano contestualmente accreditate le somme necessarie a far figurare il pagamento delle relative fatture, per poi essere rivenduti “in nero”, quindi in completa evasione delle imposte, a negozianti di origine asiatica.
Le imprese utilizzate per realizzare questo schema fraudolento accumulavano, così, ingenti debiti tributari, senza onorarli, e venivano sistematicamente spogliate del loro patrimonio, per essere lasciate in stato di insolvenza, fino al fallimento.
Queste serie di operazioni, oltre a consentire di poter praticare prezzi di vendita al dettaglio altamente competitivi, grazie all’illecito margine garantito dagli omessi versamenti dell’I.V.A., falsando le dinamiche del mercato e ponendosi in concorrenza sleale rispetto agli altri operatori del settore, erano anche volte a rendere infruttuose le procedure coattive di riscossione delle imposte non versate dalle imprese “cartiera”, che aveva accumulato cartelle esattoriali, relative al periodo 2018/2021, per diversi milioni di euro, e ad ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa dei beni e dei profitti illecitamente accumulati, reimpiegati in altre attività economiche.
I sequestri sono avvenuti in varie zone d’Italia ad opera di 40 militari dei reparti del Corpo della Guardia di Finanza delle province di Roma e Latina, e inoltre di Pistoia, Firenze, Lucca, Massa Carrara, Modena, Napoli e Trapani. L’ordinanza è stata emessa dal G.I.P. del Tribunale di Pistoia, su richiesta della Procura della Repubblica di Pistoia.