Si andrà al ballottaggio a Velletri dopo che nessuno dei 6 candidati alla carica di sindaco è riuscito ad ottenere il 50% più uno dei voti alle elezioni comunali che si sono concluse lunedì 15 maggio
Velletri (Rm) – Non è bastato, infatti, al candidato del centrodestra Ascanio Cascella il 44,4% dei voti per chiudere la partita al primo turno ed ora dovrà vedersela in sede di ballottaggio, il 28 e 29 maggio, con il secondo in classifica: il candidato del centrosinistra Orlando Pocci che ha raggiunto il 32,9% dei voti.
Sicuramente la presenza di sei candidati a sindaco, con ben sedici liste al rimorchio, ha generato disorientamento nella scelta da parte dei ventiseimila elettori.
Sono stati superati gli “steccati ideologici” che anticamente regolavano la vita dei movimenti politici e sono entrate in gioco nuove logiche che impongono di vedere alla persona più che agli ideali politici. In pratica al povero elettore si è presentato un quadro dove la “diritta via era smarrita” e dove la ricerca dell’uomo giusto per governare la città, insieme al dover pescare tra oltre 350 candidati i futuri consiglieri comunali, è stato come entrare in un labirinto.
Quel che è fatto ormai è fatto: ai posteri l’ardua sentenza. Analizzando i risultati di questa consultazione elettorale comunque, quello che balza immediatamente agli occhi dell’osservatore è il risultato ottenuto dal candidato Andrea D’Agapiti (Lega per Salvini) che con 954 voti di preferenza è risultato il primo in assoluto fra tutti i candidati dei sei schieramenti. Un numero che sfiora il 9% dei voti ottenuti dall’intero schieramento del centrodestra (11.290 pari al 44,4%).
Si può ben dire che l’apporto fornito da Andrea D’Agapiti, insieme allo spessore della figura del candidato a sindaco Ascanio Cascella, sono stati elementi decisivi per far raggiungere allo schieramento di centrodestra un risultato che ha sfiorato la vittoria al primo turno. Dal canto suo Andrea D’Agapiti, poco avvezzo agli encomi, ha dichiarato di voler essere considerato come uno dei tanti gregari impegnati in una sorta di gioco di squadra per spingere alla vittoria finale un centrodestra compatto in grado da poter cambiare il volto di Velletri.