Aprilia, schianto mortale per Valeria Sepe, militare dell’EI: viaggiava con la figlia

Forse un malore la causa di una improvvisa perdita di controllo della propria auto, finita contro un albero. L’impatto è stato violento e la38enne Valeria è rimasta gravemente ferita. Le sue condizioni di salute sono parse fin da subito critiche


Aprilia (Lt)Valeria Sepe, 38 anni, è morta nella notte di Ferragosto a seguito di un incidente autonomo consumatosi alla rotonda del quartiere Montarelli, tra via Tiberio e via Aldo Moro. La donna aveva 38 anni e nel momento dei fatti era in auto con la figlia. Sono circa le due quando, improvvisamente, ha perso il controllo della vettura, forse per un malore, andando a finire contro un albero. Sul posto è intervenuto il personale del 118 che ha fatto di tutto per salvarla ma i tentativi di soccorso sono risultati vani. 

La tragica morte di Valeria Sepe e l’ultimo saluto oggi

Come dicevamo, nonostante la corsa contro il tempo effettuata dai sanitari per Valeria Sepe non c’è stato nulla da fare. La donna è deceduta poco dopo l’arrivo in ospedale. Momenti dolorosi e difficili quelli che stanno adesso vivendo i familiari, che solo il tempo potrà lenire e rendere, piano piano, maggiormente sopportabili. 

Valeria lascia il marito ed altri due figli. L’ultimo saluto si terrà oggi giovedi nella chiesa di San Michele in piazza Roma ad Aprilia. Per quel che riguarda la dinamica del sinistro, la donna era uscita di casa in piena notte forse per andare a riprendere la figlia dalla zia. Presa la ragazzina è rientrata ad Aprilia. Arrivata quasi a casa potrebbe esser rimasta vittima di un malore in seguito al quale ha perso il controllo dell’auto finendo poi la corsa contro un albero. Sua figlia non ha riportato conseguenze ma la choc è stato tanto. 

Il cordoglio 

Tanti i messaggi di cordoglio che nel corso di queste ore si stanno avvicendando sui social. Queste, ad esempio le parole di un’amica che ricorda quanto vissuto insieme e come adesso sia difficile fare i conti con la realtà: “Non ci posso credere. Valè…ricordo tutto. Mia compagna di stanza, compagna di infermeria, compagna di scleri e pugni all’armadietto, compagna di neve spalata attorno alla macchina. Quando ci siamo conosciute ti stavo sul c***o, poi la scuola guida sugli ACM e ACP, le risate, le confessioni sulle reciproche relazioni un po’ altalenanti. Poi mi invitasti a casa tua, conobbi tua madre, tua madre che ci fece il massaggio alla schiena con l’olio di mandorle, stese sul tavolo e sotto quelle mani grandi e forte sembravamo dei panetti di pizza. La romanella quando tornavi dalla licenza. Mi raccontasti le tue esperienze in Croce Rossa, le tue gravidanze, la tua scelta del parto naturale e mille altre cose personali, anche se ormai io ero fuori dall’esercito da tempo. Ci eravamo perse di vista da tempo Valè e mi stai facendo provare un sentimento che provo raramente: il rimpianto. 38 anni sono troppo pochi per andarsene Valè. E non posso nemmeno esserci al tuo funerale. La terra ti sia lieve, anima bella”.

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