15 Settembre 2024

‘Paesaggi del corpo’: proseguono le danze con 4 nuove compagnie internazionali

Nella serata dell’11 giugno tra i colonnati della stupenda cornice della Casa della Cultura e della Musica, Paesaggi del Corpo, Festival Internazionale della Danza Contemporanea, ha brillato nonostante la pioggia


Velletri (Rm) – Sotto i porticati dell’ex convento e all’interno dell’auditorium Romina Trenta, 4 compagnie internazionali si sono esibite in sequenza, ogni una affrontando temi e storie diverse.

Ad “aprire le danze” è stata Art Mouv’, compagnia francese, con all’attivo 50 tra spettacoli, performance, video e installazioni e oltre 500 repliche in Europa, Sud America, Africa, Canada, Caraibi, che si è esibita con Parallel Spaces, performance plasmata appositamente sui porticati della struttura.

Tra velocità, lentezza, dinamismo e staticità i ballerini hanno sfruttato impeccabilmente l’ala est del chiostro dove, muovendosi “semplicemente” lungo linee rette, con raffinatissima tecnica motoria, hanno posto i loro corpi al servizio della musica, creando un potente dialogo con essa e con l’architettura. Incredibili le capacità degli artisti che con grande facilità riuscivano a passare da un movimento lento, a rallentatore, dal grande impatto scenico, passando per movenze frenetiche, confuse, spezzate e rapide, fino alla corsa.

Al termine della prima esibizione tutti gli spettatori sono stati invitati a spostarsi all’interno dell’auditorium, dove si sono esibite le 3 restanti compagnie.

Sotto la direzione di Angelo Egarese, tre giovani donne della compagnia Kinesis CDC, anch’essa ospite di numerosi festival nazionali ed internazionali, hanno presentato la nuovissima produzione Who’s Next? Ask Your Selfe! Un’indagine coreutica sui limiti imposti, sul senso d’inadeguatezza misto alla necessità di conformarsi. A rompere il silenzio della sala, bisbigliate con grande forza da una delle ballerine, strofe della celeberrima canzone dei Pink Floyd Another Brick in the Wall.

Glaciali quelle parole, denso il silenzio in sala; poi l’esplosione. Senza musica le tre danzatrici, con grande presenza scenica, hanno raccontato la loro storia dimostrando anche ottime capacità attoriali, sia per la mimica facciale che per l’intenzione con cui pronunciavano sistematiche e sempre uguali frasi. Una serie verbale chiusa, fatta di pochi elementi che, però, fusi al linguaggio della danza, hanno perfettamente trasmesso al pubblico il senso dell’esibizione.

È stato dunque il turno della compagnia Naturalis Labor, per la direzione di Luciano Padovani, che ha portato in scena Jules, omaggio all’omonimo capolavoro del regista Francois Truffaut. Un amore, quello raccontato, immaginario ma, allo stesso tempo, estremamente vivo, plastico, che come nube ha invaso la sala tutta. Eccezionali i due ballerini i quali, tramite una coreografia apparentemente semplice, hanno saputo offrire una piacevole esibizione. Iconici i passi in cui i due artisti hanno danzato con i loro menti fisicamente uniti, in un’attrazione/repulsione da brividi.

A concludere la serata è stata dunque la compagnia Vidavè per la produzione Movimento Danza. In un’atmosfera sospesa, una caotica commistione di discorsi poetici, filosofici, brandelli di poesia e di grandi brani del cantautorato italiano, dettava le mosse ai ballerini, fattisi, per una sera, non persone, ma pura arte, figure retoriche ed immagini danzanti. Anche qui da lodare le capacità espressive degli artisti. Danza e recitazione fusi come di rado si vede, per offrire una narrazione suggestiva in grado suscitare la curiosità e l’interpretazione dello spettatore. Spettatore che è dunque messo nelle condizioni di indagare le relazioni tra due linguaggi, entrambi guidati da comune immaginazione: intuizione ed emotività.

Si rimanda ora all’ultimo appuntamento per questo giugno. Il festival riprenderà il primo di luglio.

Queste le 3 esibizioni che si svolgeranno sempre presso la Case delle Culture e della Musica dalle 18 e 30 del 17 giugno:

Marco Agostini/ Ass. Cult. Van con First Love. Storia di un ragazzino degli anni ’90 al quale non piaceva il calcio ma lo sci di fondo – e la danza, anche, ma siccome non conosceva alcun movimento si divertiva a replicare quelli dello sci, nel salotto, in camera, inghiottito dal verde perenne di una provincia del Nord Italia.

Fabula Saltica con Timeless Passion. Ispirato a “Il Bacio” di Auguste Rodin. La sinergia di due corpi che si cercano per toccarsi e fondersi, l’erotismo, generato dall’attesa, dall’anticipazione di un bacio ancora non dato o forse dal sapore di uno appena concluso. 

Noemi Piva/ Ass. Atacama Onlus con Vedere te (1322). Coreografia che racconta la nascita, evoluzione e fine di un legame dai sapori familiari.

Fin da subito fra le due figure in scena prende forma un rapporto senza tempo e luogo definiti, scandito dall’azione di “cambiare lenzuola insieme”. Una poesia recitata in alfabeto farfallino accompagna le fasi del loro interagire.

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